Elisabetta Pierini, La casa capovolta

La fantasia come salvagente


Originariamente intitolato L’interruttore dei sogni, La casa capovolta di Elisabetta Pierini (pubblicato da Hacca) racconta di Eva, che ha dieci anni, una madre che urla cose irripetibili e un padre che si astrae nel suo lavoro di antiquario e nella sua relazione con una donna separata che sogna di rifarsi una vita con lui. Eva ha il dono di popolare il mondo attorno a sé di presenze che la rassicurino o almeno che le facciano compagnia: dalle sue bambole, al fratello che non ha mai conosciuto, al signore con la valigia. Ha anche un’amica, Laura, e spesso si fa trovare sulla soglia della sua villetta, pur sapendo di dare fastidio all’antipatico padre di lei. Pierini passa dalla vicende della protagonista a quelle dei suoi vicini, entra nelle case tutte uguali, ci fa sentire le tensioni che animano i vari nuclei familiari (dalla coppia che non riesce ad avere figli e che ha bandito una parte dei parenti all’uomo che vive da solo e s’impiccia di tutto) fino a lambire la storia del professore che vive in un camper, rassegnato al fatto che prima o poi cercheranno di sbarazzarsi di lui. Un romanzo che ipnotizza il lettore, trascinandolo in un mondo altro e mettendolo a contatto con la parte di sé bambina, che non può che meravigliarsi di fronte alle incongruenze degli adulti. Vincitore del premio Calvino 2018.

Eva ricordava il tonfo contro il muro di poco prima. “No, non posso”, disse con rammarico. Eppure le capitava quasi ogni sera di sognare di farlo. Apriva la finestra, muoveva le braccia e volava via come una mosca, come una zanzara, come un uccello. Per tanto tempo aveva creduto che il sogno fosse la realtà, per come era frequente e vero. Ma poi ci aveva provato  a lungo a volare di giorno: sbatteva le braccia senza sollevarsi di un millimetro. Una volta suo padre l’aveva vista e le aveva chiesto cosa stesse facendo. Poi le aveva spiegato che nessun uomo, in nessun caso, mai, vola. Ci vogliono le ali, ali vere come quelle degli uccelli, non di plastica, non di carta. Ma ora il dubbio che il sogno fosse realtà le stava tornando.


Elisabetta Pierini, classe ’64, vive a Fermignano e lavora presso l’università di Urbino come assistente tecnico chimico analitico. Con L’interruttore dei sogni ha vinto ex aequo il Premio Italo Calvino 2016.