Graziano Gala, Sangue di Giuda

Con la lingua dei poveri

Ambientato nell’immaginario paese di Merulana, Sangue di Giuda, l’esordio letterario di Graziano Gala pubblicato da minimum fax, mette in scena un reietto che vive solo con il suo vecchio gatto e si protegge con il televisore sempre acceso dalle apparizioni dell’orrido padre ormai morto. Ad apertura di libro a Giuda viene rubato il suo oggetto più prezioso, il televisore appunto e nel tentativo di procurarsene un altro, la strada del personaggio s’incrocia con quella di Goffredo Mammoni, il plenipotenziario del paese, proprietario del negozio di elettrodomestici, della squadra di calcio locale, nonché aspirante sindaco con votazione plebiscitaria. Schiacciato dalla potenza di Mammoni, Giuda, che può contare solo sull’amicizia di un vicino poeta dall’evocativo nome di Ferlinghetti e su quella di Moira, la commessa del negozio in cui ha preso il televisore, viene pestato quasi a morte. Ma la fine gli riserva una fantastica sorpresa. A chiusura del romanzo in “’A lingua ca me port’appresso” Gala illustra le espressioni ricorrenti di Giuda giocando con la stessa "lingua dei poveri" in cui è scritto il romanzo.

Giuda me chiamano accà, perché porto in dote a tutti dolore e tradimenti da sessant’anni. Giuda me sentu io, ca non riesco a dare na mano allu iatto mio, figurati a difendere i cristiani da tre scemi ca s'hanno pigghiata ’a casa,  ’a strad’e casa e ’a dignità.  


Graziano Gala nasce a Tricase in provincia di Lecce il 19 settembre 1990. Vive a Milano, dove insegna Lettere in un Liceo delle scienze umane. È autore di racconti pubblicati su riviste e litblog.