Silvia Pillin, L'inventario delle mie stranezze

Infornando biscotti

Agata ha undici anni, è brava in matematica, non ha amici, ha una mamma in affanno e una sorellina appena nata che piange sempre. L’arrivo di una vicina sessantenne, Vera, che cucina splendide torte, ottimi biscotti ed è sempre pronta all’ascolto, le dà l’occasione di esprimersi liberamente, di smettere di far finta che vada tutto bene. In L’inventario delle mie stranezze, pubblicato da Einaudi ragazzi, Silvia Pillin torna a misurarsi con il personaggio di una ragazzina in difficoltà, questa volta immaginando il momento in cui la sua protagonista scopre di essere autistica. Insieme a un compagno di scuola, che ha il suo stesso talento per la matematica e i suoi stessi problemi ad essere accettato dagli altri ragazzi, Agata imparerà a farsi valere in classe e a casa.

Tutti hanno sempre le risposte giuste, ma non so dove le abbiano imparate o chi gliele abbia insegnate. Per me stare con gli altri è come restare a guardare un gruppo di stranieri che parlano la loro lingua, una lingua che io sono l’unica a non conoscere. Mi sento come quando il primo giorno la prof di tedesco è entrata in classe e ha iniziato a dire cose in tedesco. “Okay, tu parla pure,” ho pensato “io resto qui in un angolo zitta e buona sperando che nessuno si accorga che esisto”.


Silvia Pillin si è laureata in Lettere a Padova, ha lavorato per anni alla divisione Ragazzi di Mondadori come segretaria di redazione, ha vissuto a Vienna dove ha insegnato italiano agli stranieri, lavorato come editor freelance, fatto la cameriera. Da tre anni vive a Udine e si occupa di marketing online.