Luca Serianni, Parola di Dante

Con Alberto Casadei

Dire che Dante è padre della lingua italiana è sostanzialmente vero. Quando il poeta si accinge a scrivere la Commedia, l'italiano già c'è, ma nell'opera vengono tratteggiate le varie possibilità di questa lingua, trattando gli argomenti  più diversi. Luca Serianni racconta la lingua di Dante nel suo libro Parola di Dante, pubblicato dal Mulino.

Dante crea alcune parole sulla base dei meccanismi di formazione delle parole. Le sue creazioni linguistiche compaiono soprattutto nel Paradiso, in cui troviamo verbi parasintetici. Nell'VIII del Paradiso, Dante dice a Folchetto, se io mi intuassi come tu t'intui. C'è un verbo di questo tipo che si usa ancora oggi, inurbarsi, anche se il significato è leggermente cambiato: in Dante significava entrare in città, noi lo usiamo per contrassegnare il trasferimento di persone dalla campagna alla città.



Luca Serianni è professore emerito di Storia della lingua italiana nell’Università La Sapienza di Roma, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, della Crusca, dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Arcadia. Dottore honoris causa delle università di Valladolid e Atene, è direttore delle riviste Studi linguistici italiani e Studi di lessicografia italiana. Si è occupato di vari argomenti di storia linguistica italiana, dal Medioevo ad oggi, con particolare attenzione per la grammatica, i linguaggi settoriali, l’italiano dell’Ottocento e la lingua letteraria (prosa e poesia). Ultimo libro pubblicato: Parola di Dante (Il Mulino).