Pierluigi Battista, La casa di Roma

Una famiglia e i suoi tradimenti

Al centro della Casa di Roma, il primo romanzo di Pierluigi Battista, pubblicato dalla Nave di Teseo c’è la famiglia Grimaldi,  lacerata da grandi conflitti interni. Battista immagina che il trentenne Marco Grimaldi, che fa lo sceneggiatore, chieda via mail alla madre Anita e allo zio Raffaello di raccontargli un po' alla volta la storia familiare in vista del libro che ha intenzione di scrivere. Alle voci dei due, si aggiungono quella dello stesso Marco e quelle di altri parenti, chiamati volta per volta a dire la loro sui fatti narrati. In un villino del quartiere Prati a Roma convivono su due piani diversi Raimondo, professore di diritti di rigida fede comunista e Emanuele, ex fascista e donnailo che si occupa di cinema; i loro rispettivi figli, Eugenio e Leonardo, hanno inclinazioni politiche opposte rispetto ai propri padri e arrivano negli anni settanta a fronteggiarsi nei terribili scontri culminati con l’omicidio di Mikis Mantakas. Una scoperta casuale sul passato di Raimondo fatta da Anita e comunicata a Raffaele provoca una frattura profonda all’interno del gruppo familiare. Accanto ai protagonisti, Battista introduce una serie di personaggi secondari, tutti parecchio caratteristici dell’epoca rappresentata: dalla povera Teresa che passa dalla macrobiotica alla passione per l’India finendo per morire come la sua amata Ingebor Bachmann a Letizia che reagisce alla tetraggine del marito civettando e soffrendo quando la sua bellezza sfiorisce, alle giovani generazioni in cui l’autore sembra riporre le sue residue speranze di riscatto per il nostro Paese.

Scrivi tutto, caro Marco, senza abbellimenti e timori di offendere qualcuno, su questa mia, nostra famiglia che è un grumo un po’ respingente di identità non sempre vere e qualche volta decisamente finte, di biografie contraffatte, di magagne rivelate in modo tardivo, di rancori e piccinerie, di lutti e abbandoni, di bugie e velleità, una sequenza di bluff se vogliamo, di demenziali traiettorie politiche, perché la politica, fascisti e comunisti e tutte queste cose pesanti che forse la vostra generazione ha avuto la fortuna di schivare, ha giocato un ruolo esorbitante, troppo, troppo invadente e persino feroce in questa nostra storia, per almeno due generazioni.


Pierluigi Battista firma per Huffington Post Italia la rubrica quotidiana Uscita di sicurezza da gennaio 2021. È stato inviato e editorialista del Corriere della Sera, di cui è stato vicedirettore dal 2004 al 2009. Ha lavorato come inviato alla Stampa e come condirettore a Panorama. Per La7 ha condotto il programma Altra Storia (2003-2007). Tra i suoi libri: La fine dell’innocenza. Utopia, totalitarismo e comunismo (2000), Cancellare le tracce. Il caso Grass e il silenzio degli intellettuali italiani dopo il fascismo (2007), La fine del giorno. Un diario (2013), I libri sono pericolosi, perciò li bruciano (2014), Mio padre era fascista (2016) e A proposito di Marta (2017).Con La nave di Teseo ha pubblicato Il senso di colpa del dottor Živago (2018) e Libri al rogo. La cultura e la guerra all’intolleranza (2019). La casa di Roma è il suo primo romanzo.