Sara Benedetti, Sulla cattiva strada

Vita da carruggiai

In un arco temporale di trent’anni (dal 1988 al 2018) in Sulla cattiva strada (Nottetempo), Sara Benedetti segue i destini di un gruppo di ragazzi del quartiere della Maddalena di Genova: un romanzo di formazione corale in cui spicca Tedesco, che all’inizio ha otto anni, è cresciuto senza padre e ha come figura di riferimento Pagano, che fa il pugile, spaccia droga, entra ed esce dalla prigione, ha una donna che ama e con cui fa un figlio ma non riesce a non tradirla. Tedesco condivide tutto con i suoi due amici, Toso e Lateef, anche l’attrazione per Morango, una ragazza forte e disinibita che condiziona le loro vite. Genova, con il porto, l’acquario, i vicoli, persino con il crollo del ponte Morandi entra nella narrazione, in qualche modo la determina. 

Era carruggiaio anche lui e certe cose le sapeva. Sapeva che c’erano persone al mondo, e nei vicoli ce n’erano più che da altre parti, con un buco nero dentro. Un buco che ti nasceva nel cervello o nella pancia per le cose che avevi visto e che ti avevano fatto fin da quando eri piccolo. Ed era difficile tirarsene fuori, perché tutto quello che succedeva, anche il bello, finiva lì dentro, risucchiato da una forza sconosciuta, e scompariva. 


Sara Benedetti è nata a Roma e vive a Torino. Insegna narrazione e sceneggiatura alla Scuola Holden. È coautrice del documentario Liberi a meta(’), del lungometraggio Zooschool e di 6 Bianca, serie teatrale ideata da Stephen Amidon per il Teatro Stabile di Torino.