Vito Catalano, Il conte di Racalmuto

L'uccisione del tiranno

Ambientato a Racalmuto nel 1622, Il conte di Racalmuto di Vito Catalano, pubblicato da Vallecchi, mette in scena Girolamo del Carretto, signore del paese, tiranno insaziabile. Mentre la gente soffre la fame ed è mietuta dalle malattie, il conte pensa solo ad arricchirsi e a soddisfare le sue voglie, andando a letto con le ragazze più belle e rapinando persino la Chiesa. Sua moglie, Beatrice, esasperata dai suoi comportamenti, s’infatua del pittore Pietro D’Asaro, che ci vede da un occhio solo ed è abbastanza coraggioso da sfidare la sorte. Il giovane Antonio, al servizio del conte, si ribella all’idea che la sua promessa sposa finisca nelle grinfie del potente e decide di ucciderlo. Un romanzo ricco di echi manzoniani che prende spunto da accenni nelle opere di Leonardo Sciascia, che di Vito Catalano è stato il nonno molto amato.

Confesso di non aver visto molto del mondo e la mia educazione si è svolta quasi senza rapporti con l’esterno. Percorrendo le strade di campagna mi sento bene, guardo la terra, i fiori e gli alberi. Quando attraverso il paese, invece, mi invadono una pena e una inquietudine soffocanti: le vie piene di ammalati e miserabili, bambini che muoiono in mezzo alla sporcizia, torrenti di fango che devastano le strade a ogni temporale. Forse non dovrei muovermi dalle mie stanze…


Vito Catalano è nato a Palermo nel 1979. Negli ultimi quindici anni ha vissuto fra Italia e Polonia e ha pubblicato i romanzi L'orma del lupo (Avagliano editore, 2010), La sciabola spezzata (Rubbettino, 2013), Il pugnale di Toledo (Avagliano editore, 2016), La notte della colpa (Lisciani Libri, 2019).


 

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