Alessandro Zaccuri, Poco a me stesso

L'altro Alessandro

In Poco a me stesso (Marsiliio), Alessandro Zaccuri ci porta al centro di Milano nel 1841. L’azione si svolge a palazzo Beccaria, dove vive Giulia, la “marchesina” che, a quasi ottant’anni, anima ancora un vivace circolo di amiche. A queste è felice di presentare il suo nuovo protetto, il barone di Cerclefleury, approdato da lei dopo lunghi vagabondaggi. Con l’aspetto di un venticinquenne, Cerclefleury dice di andare per la settantina e, assicurando di essere il più devoto discepolo dell’ipnotista Mesmer, si propone di guarire le signore da malanni vari e anche di farle ringiovanire.  Sul cammino del barone, pronto a spillare soldi alle ricche milanesi, entusiaste della sua avvenenza e dei suoi modi, si potrebbe parare il contabile di Giulia, l’austero e fidato Evaristo Tirinnanzi. Per scongiurare questa ipotesi, Cerclefleury pedina Tirinnanzi e scopre che ha il vizio del gioco. Ma chi è davvero Evaristo, abbandonato dalla madre alla nascita? Perché Giulia Beccaria ha pagato i suoi studi e poi se l’è preso in casa? Come mai ogni tanto si mette a scrivere con una grafia diversa dalla sua contenuti astrusi in forme elaborate? Giocando sulla storia di Alessandro Manzoni e di sua madre Giulia Beccaria, Zaccuri costruisce un romanzo ricco di colpi di scena che dichiara il suo debito nei confronti di Balzac, Dickens e Dumas, e costituisce un omaggio ai Promessi sposi, pur percorrendo una strada opposta a quella lì percorsa.

Il barone prese la parola con l’autorità di un condottiero. Poco importava che il suo esercito fosse composto da un’accolita di donne non più giovani e ancora titubanti per l’apparizione di quell’eroe insperato. Avesse avuto davanti a sé un’armata schierata a contesa, la sua fermezza non sarebbe stata meno ammirevole di quella di cui dava mostra nella penombra della stanza.


Alessandro Zaccuri è nato a La Spezia nel 1963, vive a Milano ed è direttore della comunicazione per l’Università Cattolica. Narratore e saggista, collabora al quotidiano Avvenire. Tra i suoi romanzi più recenti ricordiamo Lo spregio (Marsilio 2016, premio Comisso e premio Mondello Giovani), Nel nome (NNE 2019, premio Palmi) e La quercia di Bruegel (Aboca 2021). Poco a me stesso prosegue l’opera di reinvenzione dell’Ottocento italiano avviata nel 2007 con Il signor figlio (premio Selezione Campiello), dedicato alla figura di Giacomo Leopardi e di prossima ripubblicazione presso Marsilio.