Carmine Abate, Il cercatore di luce

Premio Arpea Speciale 2022

Il Premio Speciale di Letteratura e Poesia di montagna “Mario Arpea” 2022 è stato assegnato a Carmine Abate per il suo romanzo Il cercatore di luce, pubblicato da Mondadori. Il premio sarà consegnato dal Presidente della giuria, il Segretario generale della Dante Alessandro Masi, e dal Sindaco di Rocca di Mezzo, Mauro Di Ciccio, venerdì 26 agosto alle 18.00 nella sala conferenze della palestra Sebastiani.
Alessandro Masi:

​​​​Su quel vivere per addizione che caratterizza la scrittura e l'approccio all'emigrazione di Abate, tema familiare alla cultura arbereshe, si innestano inedite esplorazioni del rapporto fra arte, natura, parola e esistenza sulla traccia della breve e abbagliante vita del maestro del Divisionismo, seguendo i suoi febbrili spostamenti alla ricerca spasmodica della luce.

Carlo è un ragazzino quando incontra per la prima volta Giovanni Segantini, il pittore che avrà un ruolo fondamentale nella sua formazione. Nella baita in montagna di suo padre c’è un quadro di questo che raffigura una madre e un figlio in una posa piena di tenerezza. Su di lui, che soffre per i continui litigi tra i suoi genitori, quell’idillio ha un effetto benefico e poi c’è la Mona, sua nonna, che non vede l’ora di raccontare al nipote la storia del suo amato marito che s’intreccia a quella del pittore di cui è stato amico. Il cercatore di luce di Carmine Abate, pubblicato da Mondadori, intreccia più fili narrativi: c’è la storia di Carlo, dei suoi studi liceali, dei suoi furori giovanili; c’è quella dell’altro Carlo, il nonno ingegnere che si sposa in Calabria per poi trasferirsi in Svizzera, e c’è soprattutto la storia di Giovanni Segantini, che si riscatta da un'infanzia infelice e senza affetti incontrando Bice Bugatti con cui ha una splendida intesa e quattro figli, ma poi muore di peritonite a soli quarantun anni, quando era diventato un pittore famoso. Abate segue il percorso di Segantini dalle prime opere ai capolavori della maturità, mette in luce il suo rapporto con la natura, e lo fa attraverso gli occhi di un giovane ammiratore, riducendo la distanza tra chi legge e il soggetto del romanzo.

Aprii la finestra, mi sdraiai sul letto, appoggiai i gomiti sul cuscino e la rividi: la giovane donna teneva il figlio stretto tra le braccia e aspettava con gli occhi chiusi il ritorno dell’uomo cancellato dal pittore e dal tempo. Avvertivo lo sguardo del bambino su di me. Sotto il larice dalle robuste radici scoperte germogliava l’inizio del mio romanzo, ma allora non lo sapevo. Né sapevo che le storie sono già dentro di noi, mescolate a ferite e ricordi, al passato e al presente, persino al futuro, e i fili che le legano sono invisibili ma fortissimi. 

Carmine Abate è nato in un paese arbëresh della Calabria, Carfizzi, nel 1954.  Ora vive tra la Germania, il Trentino e la regione d'origine. Ha esordito come narratore nel 1984 in Germania con Den Koffer und weg! e nel 1991 in Italia con II ballo tondo. Nel 1999 ha pubblicato La moto di Scanderbeg (Fazi), al quale sono seguiti: Tra due mari (Mondadori, 2002), La festa del ritorno, (Mondadori, 2004, finalista al Premio Campiello), II mosaico del tempo grande (Mondadori, 2005), Vivere per addizione e altri viaggi (Mondadori, 2008), Gli anni veloci (Mondadori, 2009), La collina del vento (Mondadori, 2012, Premio Campiello), Il bacio del pane (Mondadori, 2013), La felicità dell’attesa (Mondadori 2015), Il banchetto di nozze e altri sapori (Mondadori, 2016), Le rughe del sorriso (Mondadori, 2018), L’albero della fortuna (Aboca, 2019). I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in molti Paesi.