Jonathan Bazzi, Corpi minori

Continuare ad amare

Riprendendo il filo dal suo romanzo d’esordio, Febbre, in Corpi minori Jonathan Bazzi torna a mettere in scena un alter ego che si muove lungo percorsi da lui stesso affrontati. Sceglie gli anni dai venti ai ventiquattro e focalizza la sua attenzione sull’esperienza dell’amore e della convivenza da una parte e su quella del trasferimento a Milano dall'altra. Pietro è affettuoso, generoso, vivere con lui in città significa emanciparsi finalmente da Rozzano e dai ricordi di un'infanzia complicata, ma il protagonista sente di non essere innamorato di lui e finisce per dirglielo. Con Marius è diverso e i primi mesi volano, finché non arriva una voce che interiore che insinua il dubbio sulla propria costanza amorosa. Serpeggia in tutta la vicenda la paura di non farcela a resistere a Milano, dove le case costano troppo per chi non ha le spalle coperte dalla propria famiglia e dove si è costretti a coabitazioni faticose e a volte persino grottesche. 

Quando ti innamori ti si centuplicano le forze e insieme rischi il collasso, hai dei giri armonici bellissimi e poi, a tratti, angoscianti, quando finisci assediato dalla paura di dire la cosa sbagliata, oppure ti convinci di aver colto in un gesto, in suo movimento inatteso, il segno irrimediabile del ripensamento. Bellissimi e poi, a tratti, abrasivi, contundenti: perché innamorarsi significa in ogni caso spaccare il guscio, lasciare la polpa esposta, offrirla, come la carne di Prometeo.


Jonathan Bazzi, nato a Milano nel 1985, dopo gli studi in Filosofia ha scritto diversi racconti inclusi in antologie e riviste, tra cui Decameron (Harper-Collins), Manifesto (Fandango Libri) e Nuovi Argomenti. Il suo primo romanzo, Febbre, pubblicato da Fandango nel 2019 è stato finalista al premio Strega 2020, è stato libro dell'anno a Fahrenheit, Radiotre, ha vinto il Bagutta Opera prima e altri premi. Collabora con quotidiani e settimanali, tra cui Domani e "Sette" del Corriere della Sera.