Dario Voltolini, Il giardino degli aranci

Il primo amore e i suoi prodromi

Nino Nino incontra per caso all’Ikea Luciana, la ragazza per la quale aveva provato al liceo il suo primo vero innamoramento. Ora sono entrambi adulti, sposati e con figli, ma l’emozione del rivedersi li spinge a darsi un appuntamento al giardino degli aranci di Roma. È questo il nucleo centrale del romanzo breve di Dario Voltolini, Il giardino degli aranci (La nave di Teseo, 2022). Mentre Nino Nino si reca all’appuntamento con Luciana gli tornano in mente gli incontri avuti da bambino con le sue coetanee: è come se rivedere la persona su cui  ha tanto fantasticato da giovane abbia innescato un processo che lo porta a interrogarsi su chi era e cosa è diventato. Le vacanze al mare, un piede sfiorato, un seno sbirciato, una ragazzina tirata fuori dall’acqua… tutti momenti intensi, tutti pezzi di un unico puzzle che portano a Luciana. Lei però si è fidanzata con Attilio e non con lui. Il perché Nino Nino lo scopre solo nel corso della chiacchierata sullo sfondo dello splendido giardino, ma quello che  conta è quanto si è innescato dentro di lui grazie a quel fortuito incontro. 

Vorresti dirle che lei per te è stata come questa nebbia volata via che ti ha rifatto percorrere in un'altra dimensione di te stesso di nuovo quel passaggio da morula a embrione a feto a neonato, a ondate, a metamorfosi, e ogni volta nelle pieghe nere della coscienza cieca si sentono riecheggiare gli stessi silenzi, poi le stesse dissonanze, poi gli stessi accordi, poi gli stessi armonici che si perdono lontano, sopra, lontano, sopra...

Dario Voltolini (Torino, 1959) è autore di racconti, romanzi, volumi illustrati, radiodrammi, testi di canzoni e libretti per il teatro. È docente presso la Scuola Holden – Contemporary Humanities, di cui è stato anche direttore didattico. Fra i suoi libri: Una intuizione metropolitana (1990), Rincorse (1994), Forme d’onda (1996), 10 (2000), Primaverile (2001). Nel 2003 ha pubblicato I confini di Torino, cui sono seguiti Sotto i cieli d’Italia (2004, firmato insieme a Giulio Mozzi), Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia (2006), Foravía (2010) e Pacific Palisades (2017). Ha scritto i libretti Mosorrofa o dell’ottimismo (1993) e Tempi burrascosi (2008, interpretato da Elio), entrambi musicati da Nicola Campogrande, e il testo della canzone per L’Orage Queste ferite sono verdi (2013, vincitrice della XXIII edizione di Musicultura).