Francesco Pacifico, Solo storie di sesso

Cinque racconti più uno

Una raccolta di racconti dalle forme ibride – intervista, manuale di istruzioni, racconto apocrifo –  in cui tutto ruota intorno alla coppia e alla possibilità di vivere il sesso superando la monogamia, ma senza ricalcare il modello della coppia aperta: s’intitola Solo storie di sesso il libro di Francesco Pacifico pubblicato da nottetempo. Muovendosi tra la fantasia e il resoconto, Pacifico esplora un mondo in cui sono cadute molte inibizioni ma c’è ancora spazio per qualche tabù; parla degli effetti della pandemia sulle relazioni sessuali e chiude con una sorta di distopia liberatoria.   

Ogni volta che guardava la sua vita da fuori, come durante la conversazione con il presidente nella sua antica camicia di Kenzo color limone, vedeva che pareva raccontabile solamente come prefigurazione di un disastro emotivo. Eppure la sua vita non l’aveva mai sfiorato questo disastro emotivo, era perfino difficile immaginarselo, dargli una storia: la sua storia prefigurava il disastro, ma il disastro non aveva storia. 

Francesco Pacifico (Roma, 1977) collabora con la Repubblica, Domani, n+1 e ha fondato la rivista Il Tascabile di Treccani. Ha esordito nel 2003 con Il caso Vittorio (minimum fax), cui sono seguiti 2005 dopo Cristo (Einaudi, 2005 – insieme a Nicola Lagioia, Christian Raimo e Francesco Longo, tutti dietro lo pseudonimo di Babette Factory), Storia della mia purezza (Mondadori, 2010), Le donne amate (Rizzoli, 2018), e i saggi Seminario sui luoghi comuni (minimum fax, 2012) e Io e Clarissa Dalloway (Marsilio, 2020). Il romanzo Class, pubblicato da Mondadori nel 2014, è stato poi riscritto in inglese, entrando nella lista dei “Libri dell’anno 2017” dei critici del New York Times, e quindi riproposto in italiano nel 2021. Ha tradotto, tra gli altri, Francis Scott Fitzgerald, Dave Eggers, Ralph Ellison e Hanya Yanagihara.