Ginevra Lamberti, Tutti dormono nella valle

La frattura degli anni settanta

Al centro di Tutti dormono nella valle, il romanzo di Ginevra Lamberti, pubblicato da Marsilio, c’è un piccolo paese del Veneto nord orientale. Qui nasce Costanza, figlia di Augusta e Tiziano: lei è una ragazzina precocemente ribelle, loro sono “i vecchi” (il padre, che ha vent’anni più della madre, ed era vedovo di un precedente matrimonio, lo è davvero). Nella casa gialla si parla poco e si coltivano abitudini spartane. Costanza è sempre in giro con le amiche (in primo luogo l’inseparabile Livia) in autostop o con altri mezzi. La vita di Costanza s’intreccia con quella del romano Claudio, incontrato in montagna. Lui è un ragazzo irrequieto, finito presto nel giro della droga, lei vuole salvarlo e lo accompagna da una comunità all’altra nel tentativo di farlo disintossicare. Finiscono anche a San Patrignano, poi Costanza resta incinta, nasce Gaia, provano  a vivere nella Valle (nel frattempo Tiziano è morto e Augusta ha l’Alzeihmer). A partire dalla propria storia familiare, Ginevra Lamberti ricostruisce con grande sapienza narrativa l’atmosfera di un borgo isolato improvvisamente esposto a una brutale modernità. 

 Quando Costanza torna a casa la sera tardi spera sempre che stia dormendo, spera sempre di non incontrarla. Lei invece sta in cima alle scale, illuminata a stento da una vecchia lampada a petrolio. Si ostina a usarla per non sprecare corrente. La luce arancione fiammeggia sugli occhiali da vista, sulle lenti spesse come un’unghia.

Ginevra Lamberti, nata nel 1985 a San Patrignano, cresciuta a Vittorio Veneto, vive ora a Roma. Dopo La questione più che altro (Nottetempo 2015), con Marsilio ha pubblicato Perché comincio dalla fine (2019, premio Mondello 2020). Scrive per Domani.