Che cos'è la letteratura afroamericana

Con Sara Antonelli

Raccontare la letteratura afroamericana è un’impresa eccitante, così Sara Antonelli apre la puntata di Rai Cultura dedicata a Che cos’è la letteratura afroamericana. Questa tradizione letteraria parte da Phillis Wheatley (1753–1784), la prima scrittrice afroamericana ad aver pubblicato un libro nel 1773, tre anni prima dell'indipendenza degli Stati Uniti. Le sue poesie hanno un grande successo. Altri schiavi, scappati al Nord, scrivono della loro esperienza. Tra questi c’è Olaudah Equiano, che nel 1789 pubblica la sua autobiografia in due volumi, ma c’è soprattutto Gronniosaw, il cui racconto della schiavitù e della liberazione da essa è particolarmente importante perché influenza addirittura Toni Morrison. Questi libri vengono definiti “slave narrative” e sono stati fondamentali per autori moderni come Colson Whitehead, che interviene in prima persona a raccontare il suo debito nei confronti dei racconti di schiavitù studiati al college. All’interno del genere ci sono due vette, una nel 1845, l'autobiografia di Frederick Douglass, e l’altra nel 1861, Slave Girl di Harriet Jacobs. Dopo la guerra civile si apre la grande stagione del romanzo afroamericano: autori e autrici si interrogano sul loro ruolo in America. Non c’è più la schiavitù, ma c’è la segregazione razziale. Booker T. Washington e W.E.B. Du Bois rappresentano due vie alternative che hanno i neri per entrare a far parte della società, una più moderata e una più radicale. Gli anni venti vedono Harlem diventare la mecca della popolazione giovane: il periodo prende il nome del “Rinascimento di Harlem” e i quartieri neri diventano motori di cultura. Tra i più famosi scrittori dell'epoca c'è il poeta Langston Hughes. Nel 1925 esce The New Negro: An Interpretation, un'antologia di narrativa, poesia e saggi di autori africani e afroamericani curata dal Alain Locke che parla della novità di essere negri nell’esperienza urbana. Si sviluppano il romanzo utopico e il detective novel. Nel 1954 viene abolita la segregazione razziale nelle scuole, si affermano Martin Luther King e Malcolm X e la produzione artistica afroamericana conosce un nuovo sviluppo e una rinnovata consapevolezza. James Baldwin scrivendo a un nipote afferma: dobbiamo essere pazienti, dobbiamo essere comprensivi, questi bianchi sono come dei bambini che noi dobbiamo educare. Tra gli autori della tradizione afroamericana che Sara Antonelli consiglia di leggere ci sono Richard Wright, Ralph Ellison (e soprattutto il suo Uomo invisibile), Jasmine Ward, Octavia Butler, Toni Morrison (prima afroamericana a vincere il premio Nobel per la letteratura) e Colson Whitehead.
 

La letteratura afroamericana non è un sottogenere, non è una nicchia, dove libri e autori trovano un riparo sicuro, ma è la ricca, ricchissima produzione letteraria, poetica, drammaturgica degli schiavi e dei discendenti degli schiavi fino a oggi, ed è letteratura americana a tutti gli effetti perché racconta l’esperienza americana, racconta cosa vuol dire essere artisti in America e che cosa vuol dire cercare la libertà e che vuol dire affermarsi con la propria modalità retorica e di racconto.



Sara Antonelli è Ricercatrice in Lingue e Letterature Anglo-Americane e insegna all’Università Roma Tre. Ha conseguito la Laurea in Lettere, il Diploma della Scuola di specializzazione in traduzione letteraria e il Dottorato di ricerca in Letterature di lingua inglese presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha inoltre conseguito il Diploma in “American Studies” presso Mount Holyoke College, Massachusetts, USA, dove è stata “Fulbright Language Fellow”. La sua attività di ricerca è rivolta principalmente all’Ottocento, al Modernismo e alla cultura contemporanea, con una predilezione per la letteratura afro-americana, il romanzo, e i rapporti tra la letteratura e le arti visive (fotografia e cinema). È autrice di saggi e volumi di storia e critica letteraria, ha curato l’edizione italiana delle opere di F. Scott Fitzgerald per l’editore minimum fax, ha scritto di letteratura e cultura USA per il quotidiano l’unità, collabora sia con il programma Wikiradio di Radio 3 RAI sia con il manifesto. Fa parte della redazione di Ácoma. Rivista internazionale di studi nordamericani (http://www.acoma.it) e della F. Scott Fitzgerald Society (https://fscottfitzgeraldsociety.org). Traduce romanzi e racconti di autori inglesi e statunitensi (Harriet Jacobs, Nathaniel Hawthorne, Louisa May Alcott, Sam Shepard, Edith Wharton, Robert Louis Stevenson, Thomas Hardy, James Baldwin, Margo Jefferson e Zora Neale Hurston), ha curato due mostre fotografiche: Stieglitz e i fotografi di Camera Work (Palaexpo, 2002) e Freedom Fighters: i Kennedy e la battaglia per i diritti civili (MAXXI, 2013). Nel 2010 e nel 2014 è stata Visiting Professor presso l’École Normale Supérieure di Lyon.

Si ringrazia l'American Academy in Rome che ha ospitato le riprese di questa puntata.