Giuseppe Lupo, Tabacco Clan

La liturgia dell'amicizia

Un matrimonio sulla sponda piemontese del Lago maggiore è l’occasione per rivedersi per un gruppo di ex ragazzi, accomunati dall’aver studiato a Milano negli anni ottanta e aver diviso un pensionato venendo da diverse regioni italiane. Per lo più studenti di ingegneria o economisti, nel Tabacco Clan avevano trovato un porto sicuro. Il loro legame era cementato dalla condivisione linguistica: soprannomi, modi di dire inventati, presi dai singoli dialetti o mutuati da film. La festa che li vede riuniti a quarant’anni di distanza dal periodo degli studi è tutto un fiorire di aneddoti e un riaffiorare dell'antica goliardia e riserva più di una sorpresa: Tabacco Clan di Giuseppe Lupo, pubblicato da Marsilio, è un romanzo che celebra l'amicizia maschile, la giovinezza e i suoi sogni. e insieme rispecchia gli anni ottanta in Italia, anni del disimpegno e della leggerezza. 

A me capita spesso di tornare sui particolari del mio ingresso nel pensionato e capita anche di attribuirgli importanza perché la mia vita avrebbe preso una direzione diversa se mi fossi imbattuto in un altro studente anziché in Caracalla. Naturalmente non potrei valutare quale fosse la migliore, però so che un invisibile filo di corrente elettrica scivola sopra le nostre teste e noi siamo come i filobus di passaggio in via Ponzio, lo stradone su cui affacciava una piscina famosa a Milano, grande come un possibile mare, finita nei racconti di chi c'era stato. Un invisibile filo di corrente elettrica passa sopra di noi, lo ripeto anche ora agli altri, e noi ci aggrappiamo con tutta la forza che abbiamo, poco conta se gli attribuiamo il nome di amicizia o un valore ancora più misterioso dell'affetto.

 
Giuseppe Lupo è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica di Milano. Tra i romanzi, tutti pubblicati da Marsilio: Breve storia del mio silenzio (2019, 2021; selezionato nella dozzina del Premio Strega), Gli anni del nostro incanto (2017, 2019; Premio Viareggio), L’ultima sposa di Palmira (2011, 2018; Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini). Ha pubblicato inoltre L’americano di Celenne (2000, 2018; Premio Mondello, Premio Berto), La carovana Zanardelli (2008, 2022; Premio Grinzane-Carical), Viaggiatori di nuvole (2013, 2020; Premio Dessì), L’albero di stanze (2015; Premio Alassio, Premio Frontino Montefeltro) e, per Aboca, Il pioppo del Sempione (2021). Ha curato, sempre per Marsilio, Moderno Antimoderno di Cesare De Michelis (2021). È autore di diversi saggi sulla cultura del Novecento e collabora con Il Sole 24 Ore.