Fausta Cialente secondo Emmanuela Carbé

Un inverno freddissimo

Il romanzo di Fausta Cialente, Un inverno freddissimo, esce nel 1966, entrando nella cinquina del premio Strega. Racconta dell’inverno del 1946, in cui una famiglia allargata si trova a vivere in una soffitta milanese. È Camilla a raccogliere intorno a sé i tre figli (il marito l’ha abbandonata senza dare più notizie di sé), il nipote Arrigo con la moglie Milena, e Regina che ha avuto una bambina dall’altro nipote Nicola morto partigiano. L’altro luogo della narrazione è la casa di campagna in cui vive la madre di Camilla, una donna indurita e solitaria; qui la protagonista si rifugia quando la situazione precipita. Oltre al gruppo familiare, c'è un altro personaggio chiave, il vicino Enzo, che aiuta la famiglia come può e ammira gli sforzi di Camilla di tenere tutti insieme. Una storia di affetti e di debolezze, modernissima nei contenuti e nella scrittura, amorevolmente riproposta da Emmanuela Carbé che firma la prefazione alla nuova edizione Nottetempo e che ci ha parlato di questo libro e della sua autrice.

C’era chi passava alla doccia prima di coricarsi e ne tornava asciugandosi capelli intorno agli orecchi, chi esclamava: no, no, mi laverò domani, adesso ho troppo sonno! e Camilla dirigeva i turni, come sempre, ostentando severità e stanchezza quando invece quello era per lei il miglior momento della giornata. Aveva la struggente sensazione che tutto ciò sarebbe presto finito e ciascuno se ne sarebbe andato per conto proprio, com'era normale che fosse, del resto, ed era perfino da augurarsi.

Fausta Cialente è stata una delle più importanti scrittrici italiane del Novecento. Nata nel 1898 a Cagliari, ha un’esistenza fatta di frequenti viaggi e trasferimenti. Dal 1921 al 1947 vive stabilmente in Egitto, dove negli anni Quaranta collabora alla propaganda antifascista. Il suo romanzo di esordio, Natalia, viene stampato nel 1930, e al 1936 risale la pubblicazione del primo romanzo di ambientazione egiziana, Cortile a Cleopatra (riedito nel 1953). Dopo un silenzio di molti anni, Cialente torna alla letteratura con il romanzo Ballata levantina (1961), cui fanno seguito Un inverno freddissimo (1966) e Il vento sulla sabbia (1972). Alcuni racconti usciti su riviste e giornali sono riuniti nelle raccolte Pamela o la bella estate (1962) e Interno con figure (1976). Con l’ultimo romanzo, Le quattro ragazze Wieselberger (1976), Cialente vince il premio Strega. Lavora anche a importanti traduzioni, tra cui Giro di vite di Henry James. Muore nel 1994 a Pangbourne, in Inghilterra.

Emmanuela Carbé è ricercatrice in Critica letteraria e letterature comparate all’Università di Siena, dove insegna Informatica umanistica. Sta curando per nottetempo la riedizione di alcune opere di Fausta Cialente, a cui ha dedicato il saggio La scrittura necessaria (Artemide 2021). È scrittrice di romanzi e racconti, tra cui Mio salmone domestico (Laterza 2013) e L’unico viaggio che ho fatto (minimum fax 2017).