Helga Flatland, Una famiglia moderna

Il divorzio dei genitori

Il romanzo della scrittrice norvegese Helga Flatland, pubblicato da Fazi nella traduzione di Alessandro Storti, Una famiglia moderna, si apre con un viaggio di famiglia. Si va in Italia per festeggiare il capostipite Sverre, che compie settanta anni. Alla fine di una cena un po’ travagliata, Sverre e Torril, sua moglie, annunciano ai tre figli la loro intenzione di separarsi. Flatland concentra la sua attenzione narrativa sulle reazioni di Liv, Ellen e Håkon di fronte a questo accadimento che li coglie del tutto impreparati. Ognuno di loro entra in crisi: Liv, la maggiore, non sa più se credere alla solidità del proprio matrimonio; Ellen, la seconda, si angoscia perché non riesce ad avere un figlio dal suo compagno e pensa che non riuscirà ad avere una famiglia per sé, e Håkon, il più giovane, che ha sempre teorizzato l’amore libero, si attacca alla nuova fidanzata ed è disturbato dalla sua indipendenza. Un ritratto ironico e realistico di moderne insicurezze; i più sereni in questa faccenda sono gli anziani, mentre i trenta-quarantenni sono alla disperata ricerca di quel porto sicuro che identificavano nell'istituzione familiare. 

La mamma aggira il tavolino per accovacciarsi al mio fianco, come faceva quand’ero piccola e avevo preso una botta da qualche parte e lei mi consolava e soffiava sulla ferita. Mi accarezza, sussurrando dolcemente, Poi passa, passa tutto, povera bambina mia.


Helga Flatland è nata nel 1984 nel Telemark, in Norvegia. Il suo esordio risale al 2010 con Bli hvis du kan. Reis hvis du må, vincitore nello stesso anno del Tarjei Vesaas’ debutantpris, dell’Ungdommens kritikerpris e dell’Aschehoug debutantstipend. Nel 2015 ha vinto il Mads Wiel Nygaards legat e l’Amelie Skram-prisen. Con Una famiglia moderna, ad oggi il suo romanzo di maggiore successo, arriva per la prima volta nelle librerie italiane.