Daniele Petruccioli, Si vede che non era destino

Lo sguardo di Maria

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        All’inizio di Si vede che non era destino di Daniele Petruccioli (Terra rossa edizioni) Maria ha quattordici anni, è fidanzata con Giuseppe e scopre di essere incinta. A dirglielo è Elisabetta, che aspetta anche lei un bambino, pur essendo in avanti con gli anni. Maria è una ragazza particolare, sente intorno a sé tanti bambini, ogni tanto ha delle assenze e sviene. Ama Giuseppe e non vuole nascondergli nulla: lui accetta il suo stato, le promette che si occuperà del figlio e la sposa. Ieusha nasce in una capanna, nella fase finale del parto arriva una levatrice, Elena, che poi diventa amica di Maria e precettrice del ragazzo. Dopo la morte dei suoi genitori e poi di Giuseppe, Maria resta sola con Ieshua e si consuma dalla preoccupazione per lui: non le piace che predichi e che sia così popolare. A rendere così particolare la Maria di Petruccioli è il suo sguardo sul mondo, uno sguardo profondamente umano. 

        Passo la vita a cercare di spiegare mio figlio a me stessa. Anche perché invece lui non spiega mai. Racconta storie, lui. Pensavo che invecchiando avrei avuto figli che mi mostrassero come vivere, che cose fare. Che si facessero carico dell'ultima parte della mia vita. Che mi aiutassero a capire. Si vede che non era destino.


        Daniele Petruccioli è nato a Roma e fa il traduttore di opere letterarie. Ha pubbicato articoli e saggi sulla traduzione, tra cui Le pagine nere (La Lepre 2017) e il romanzo La casa delle madri (TerraRossa Edizioni 2020, selezionato tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021). Nel 2022 è uscito per Tetra il suo racconto Sotto la città.
         

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