Andrea Canobbio, La traversata notturna

Il dolore del padre

Comincia con l’immagine di uno scavo il romanzo di Andrea Canobbio, La traversata notturna, pubblicato da La nave di Teseo. Canobbio affronta la storia della propria infanzia trascorsa all’ombra della depressione paterna. Da una parte c’è la rabbia del bambino prima e del ragazzo poi che ha visto il padre piangere, subire diversi ricoveri in clinica psichiatrica, che con lui è stato solo in farmacia o a lavare la macchina, dall’altra un’immagine tutta da ricostruire di un ingegnere di successo, che ha costruito pezzi fondamentali della città di Torino, che con gli altri riusciva a essere persino spiritoso, e che da giovane aveva amato con slancio la donna che avrebbe sposato. Anche il rapporto con la madre, che da piccolo Canobbio idealizzava per la sua capacità di reggere nonostante tutto, viene messo in crisi da questo affondare nei propri ricordi. Ad accompagnare lo scrittore nella stesura del libro c’è il nume di Georges Perec che gli suggerisce la struttura a scacchiera (81 capitoli a cui corrispondono altrettanti luoghi torinesi, legati alla figura paterna) e ci sono gli etnologi che si sono occupati dei dogon: come le popolazioni primitive ci dicono molto di come eravamo e come siamo diventati così ripercorrere i momenti fondamentali dei nostri primi anni ci aiuta a capire chi siamo. Anche se, come scrive Canobbio, non ci si libera dai propri fantasmi, al massimo li si può addomesticare…

E se l'amore non è questo, perdonare sempre, anche quando l'amato si rivela inaffidabile, se non è questo, cos'è? Cosa, se non perdonare e aggiustare l'amore, dopo che ogni frammento si è usurato e dell'originale è rimasto soltanto il nome?


Andrea Canobbio è nato a Torino nel 1962. Vive a Torino, dove lavora nell’editoria. I suoi libri sono: la raccolta di racconti Vasi cinesi (1989), con cui ha vinto il premio Grinzane opera prima e il premio Mondello opera prima; i romanzi Traslochi (1992), Padri di padri (1997), Indivisibili (2000), finalista premio Strega, Il naturale disordine delle cose (2004), premio Brancati, e Tre anni luce (2013), premio Mondello Opera Italiana; e infine i due brevi testi autobiografici Presentimento (2007) e Mostrarsi (2011).