Maria Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata

Mia madre, un caso di cronaca

Il sottotitolo di Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone (Einaudi) è “Mia madre, un caso di cronaca”. Nel 1965 Maria Grazia, a meno di un anno, viene lasciata dai genitori a villa Borghese: poco dopo Lucia e Giuseppe si suicidano buttandosi nel Tevere, non senza aver mandato una lettera all’Unità in cui affidano la figlia alla compassione di tutti. Calandrone, dopo aver raccontato il proprio rapporto con la madre adottiva nel suo romanzo Splendi come vita, illumina la storia della sua madre naturale, che si è uccisa a soli ventinove anni. Va insieme alla figlia in Molise, a Palata, il paese in cui Lucia è nata, quarta figlia di contadini, parla con le persone, cerca documenti, risale al primo amore di lei per un ragazzo che viene respinto dai suoi genitori perché non ha beni. Lucia è costretta a sposare  Luigi, che ha un terreno accanto al loro. Per sette anni la ragazza sopporta il marito, la sua freddezza, le sue botte, le ristrettezze in cui vivono. Poi s’innamora di Giuseppe Di Pietro, manovale molto più grande di lei, sposato e con cinque figli. Resta incinta di lui, viene denunciata per adulterio dal marito, parte con Giuseppe per Milano, dove dà alla luce Maria Grazia. Poi lui resta senza lavoro, sopravvivono come possono, finché non decidono di andare a Roma e farla finita. Calandrone ripercorre i passi della coppia sempre più disperata, parla con chi li ha incontrati, cerca documenti, fotografie e accompagna la sua narrazione che ha il passo della poesia con i versi dei poeti che ama. Un libro che è insieme una dichiarazione d’amore a una donna che voleva assicurare un futuro a sua figlia e la denuncia della società che ha condannato questa donna senza mostrarle alcuna pietà.

Scrivo questo libro perché mia madre diventi reale. Scrivo questo libro per strappare alla terra l'odore di mia madre. Esploro un metodo per chi ha perduto la sua origine, un sistema matematico di sentimento e pensiero, così intero da rianimare un corpo, caldo come la terra d'estate, e altrettanto coerente.


Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice per la Rai. Scrive per il Corriere della Sera e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri.  Il suo romanzo Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021), è entrata nella dozzina del Premio Strega, così come Dove non mi hai portata (Einaudi, 2022).