Amedea Pennacchi, Molotov e bigodini

Le avventure di una sessantottina

Alice cresce a Latina, ultima di sette figli. Secondo i genitori dovrebbe occuparsi di loro, ma sono gli anni sessanta e lei ha ben altro per la testa. A sedici anni diventa maoista e si mette con un siciliano ventottenne che ha già un bambino; per andare via di casa lo sposa ancora prima dell’esame di maturità e va a vivere con lui prima a Cisterna e poi a Napoli. Qui i due aderiscono a Lotta Continua; lei oltre alle attività di volantinaggio davanti alle fabbriche studia lettere e finisce per separarsi dal marito.  In Molotov e bigodini (e/o) Amedea Pennacchi rievoca la propria giovinezza tra trasgressione, impegno politico, letture, scoperta del sesso, collettivi femministi, viaggi in autostop, momenti di felicità e momenti di depressione. Ironico, pungente, per nulla autocelebrativo, un romanzo di formazione di grande interesse anche per le nuove generazioni, così lontane da quel modo libero di rapportarsi al mondo.

Per consolarsi, si diceva: "Non avrò cambiato il mondo, ma almeno ho vissuto, non mi porto appresso le ferite delle battaglie non combattute. E poi, vuoi vedere che avrò altre rivoluzioni da portare avanti? Vuoi vedere che tutto quello che ho imparato mi tornerà utile? Una cosa è certa, voglio conservare lo spirito giocoso e avventuroso della bambina che sono stata, dei miei alberi e della nebbia agli irti colli. In barba a quella maestra ottusa degli anni Cinquanta, gli alberi faranno ombra a chi gli pare e parleranno pure!".

Amedea Pennacchi è nata a Latina e oggi vive a Roma. È sposata e ha due figli. Dopo 40 anni di lavoro manageriale, da gennaio 2022 è Presidente di PWN Rome (Professional Women Network), un'associazione no profit che opera a favore della parità di genere e dell'empowerment femminile nelle organizzazioni. È anche la sorella di Antonio Pennacchi, vincitore del Premio Strega con Canale Mussolini nel 2010.