Sergio Baratto, My favorite things

In coma vigile

In My Favourite things (Minimum fax) Sergio Baratto racconta di Franco, bambino negli anni cinquanta a Milano, studente solitario e appassionato di jazz, ingegnere in una travagliata missione in Unione Sovietica e infine vecchio un po’ svanito ma molto legato ad Amina, la figlia della nipote Simona. Mentre Amina, molto malata, viene ricoverata in ospedale, Franco rivà con la memoria agli anni passati. Solo alla fine del romanzo scopriremo qual è stato l’evento traumatico che ha segnato la sua vita e bloccato la sua capacità di amare e essere amato, riducendolo in una sorta di coma vigile. Un romanzo a più strati che si dipana in tempi diversi affrontando temi universali come l’amore, la morte, la musica, l’ambiente e che delinea un ritratto molto ravvicinato della Milano di Porta Romana e della sua evoluzione da quartiere industriale a quartiere borghese.   

Dalla finestra della cucina, Franco guarda l'azzurro aprirsi la strada tra quegli squarci senza far caso alle lacrime che gli solcano le guance e colano tra i peli della barba. È il riverbero della luce, l'odore elettrico dell'aria, il ricordo degli occhi di Amina, troppo grandi in quel viso smunto. Mentre se ne sta lì, con le mani sul davanzale, sprofonda nell'assenza. Dimentico del proprio corpo e della corrente fredda che soffia nella stanza facendolo rabbrividire, si perde tra i cunicoli della memoria.


Sergio Baratto è nato nel 1973 e vive a Milano. È stato cofondatore e redattore della rivista Il primo amore. Ha pubblicato Diario di un’insurrezione (Effigie 2012) e La Steppa (Mondadori 2016), vincitore del Premio Giuseppe Berto.