Gianluigi Simonetti, Caccia allo strega

Anatomia di un premio letterario

Fondato nel 1947, il premio Strega è andato acquistando nel corso del tempo, e soprattutto in anni recenti, un ruolo centrale nel panorama culturale italiano. Lo Strega, come scrive Gianluigi Simonetti in Caccia allo Strega (Nottetempo), garantisce al suo vincitore una doppia consacrazione, autoriale e commerciale. Il saggio di Simonetti parte dall'analisi del dibattito letterario italiano e dal processo di infantilizzazione che ha subito: la critica letteraria è stata quasi del tutto azzerata e le recensioni dei libri vengono scritte da giornalisti di costume, da tuttologi o da scrittori molto attenti a non inimicarsi i colleghi. La letteratura tende alla performance e lo scrittore diventa un performer: conta il suo aspetto, la sua età, la sua capacità di stare sopra un palco. È stato Alfonso Berardinelli ad osservare che ormai molti giovani scrittori in carriera scrivono per il premio Strega: ci sono autori che costruiscono i loro libri in funzione dell'ambito riconoscimento e case editrici che promuovono libri adatti a entrare in concorso. In Caccia allo Strega Simonetti analizza, tra le altre cose, lo stile e i contenuti di sei romanzi usciti dal 2001 a oggi: Via Gemito di Domenico Starnone, Non ti muovere di Margaret Mazzantini, La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, Resistere non serve a niente di Walter Siti, M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati (tutti vincitori del premio Strega) e Le assaggiatrici di Rosella Postorino (che ha vinto il Campiello): sia pure con alcune importanti eccezioni, la categoria del "nobile intrattenimento" sembra andare per la maggiore. Un libro che ha anche il merito di far riflettere sul futuro della letteratura e della lingua italiana e sul ruolo dello scrittore nella società dei consumi.

Un po’ laboratorio, un po’ pista di collaudo, lo Strega è finito col diventare in Italia un territorio strategico dove s’incontrano fermenti artistici più o meno genuini e schietti interessi commerciali; e che testimonia del peso crescente del mercato nel sistema delle arti, anzi nel modo stesso in cui lavora oggi la creatività.

Gianluigi Simonetti insegna Letteratura italiana contemporanea, Letterature comparate e Storia della critica all’Università di Losanna. Studioso della poesia italiana del Novecento e del romanzo postmoderno, scrive di novità letterarie sul Sole 24 Ore e sulla Stampa. Il suo ultimo libro è La letteratura circostante. Narrativa e poesia nell’Italia contemporanea (il Mulino, 2018).