Donatella Di Pietrantonio vince il Premio Strega 2024
Con L'età fragile
Il romanzo L'età fragile di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Einaudi, dopo aver vinto il Premio Strega Giovani 2024, vince anche il Premio Strega 2024 con 189 voti su 644.
Al centro del romanzo c’è il rapporto tra una madre Lucia, fisioterapista abruzzese separata dal marito, e una figlia, Amanda, ventenne tornata a casa per il Covid dopo essersi trasferita a Milano per studiare. Amanda è cambiata, si è chiusa in sé, anche a causa dello spavento che si è presa a Milano, la sera in cui è stata rapinata: lì per lì ha minimizzato ma l’aggressione l’ha molto turbata e sua madre ha sottovalutato la cosa. Dal passato di Lucia emerge un trauma subito all’epoca in cui era ragazza: il giorno in cui era andata al mare senza coinvolgere la sua migliore amica, questa si era trovata insieme a due coetanee campeggiatrici a fronteggiare la furia di un pastore che aveva finito per violentare e uccidere le due turiste. Da allora il campeggio è andato in rovina e in paese non si è più parlato del "fatto"; l’amica di Lucia si è trasferita in Canada per dimenticare. La protagonista dell’Età fragile si rende conto che per riaprire un canale di comunicazione con la figlia deve fare i conti con i propri fantasmi interiori: quelli della violenza al campeggio ma anche quelli del proprio rapporto con la madre, da lei sentita lontana perché completamente asservita al marito, che solo ora che è morta le tributa il giusto rispetto. Un libro sulla fatica ma anche sulla bellezza di essere madri quando non si hanno più certezze dietro cui trincerarsi.
Al centro del romanzo c’è il rapporto tra una madre Lucia, fisioterapista abruzzese separata dal marito, e una figlia, Amanda, ventenne tornata a casa per il Covid dopo essersi trasferita a Milano per studiare. Amanda è cambiata, si è chiusa in sé, anche a causa dello spavento che si è presa a Milano, la sera in cui è stata rapinata: lì per lì ha minimizzato ma l’aggressione l’ha molto turbata e sua madre ha sottovalutato la cosa. Dal passato di Lucia emerge un trauma subito all’epoca in cui era ragazza: il giorno in cui era andata al mare senza coinvolgere la sua migliore amica, questa si era trovata insieme a due coetanee campeggiatrici a fronteggiare la furia di un pastore che aveva finito per violentare e uccidere le due turiste. Da allora il campeggio è andato in rovina e in paese non si è più parlato del "fatto"; l’amica di Lucia si è trasferita in Canada per dimenticare. La protagonista dell’Età fragile si rende conto che per riaprire un canale di comunicazione con la figlia deve fare i conti con i propri fantasmi interiori: quelli della violenza al campeggio ma anche quelli del proprio rapporto con la madre, da lei sentita lontana perché completamente asservita al marito, che solo ora che è morta le tributa il giusto rispetto. Un libro sulla fatica ma anche sulla bellezza di essere madri quando non si hanno più certezze dietro cui trincerarsi.
Donatella Di Pietrantonio vive e lavora a Penne, in Abruzzo. Con L'Arminuta (Einaudi 2017, tradotto in piú di 30 Paesi) ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio. Per Einaudi ha pubblicato anche Mia madre è un fiume (prima edizione Elliot 2011), con cui ha vinto il Premio Tropea, Bella mia (prima edizione Elliot 2014), con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, Borgo Sud (2020), finalista al Premio Strega 2021, e L'età fragile (2023). Per la sceneggiatura del film L'Arminuta di Giuseppe Bonito ha vinto il David di Donatello insieme a Monica Zapelli.Io ho scalato questo piccolo mondo, sono partita dalla terra e ora abito in paese. Ho un ambulatorio in centro. Ciò che vale per me, conta cosí poco per mia figlia. Il lavoro, di cui tanto ci riempiamo le vite. La mia piccola posizione, la carriera in banca di suo padre. Niente che lei consideri. Non è una laurea a decidere chi sei.