Dario Voltolini, Invernale
Premio letterario Valle d'Aosta
Motivazione:
Invernale nasce in una frazione di secondo da un minimo atto maldestro. Il coltello che dovrebbe incidere la carne in vendita al mercato affetta il dito del macellaio. Molti anni dopo il figlio ricostruisce l'incidente del padre e la separazione inesorabile da lui che inizia con quell'errore di traiettoria. È ormai adulto a sua volta e la distanza gli permette di essere crudo e commosso in uguale misura. Leggendo "Invernale" si ha costantemente l'impressione che Dario Voltolini abbia atteso il momento perfetto per raccontare la storia più importante della sua giovinezza. Il suo libro si mantiene miracolosamente nel punto in cui gli opposti convivono. La grazia e la densità. L'elegia ma sanguinolenta. L'intimità di un figlio che espone i tendini del padre ma anche il pudore maschile. Le parole esatte, quasi scientifiche, che tuttavia sembrano scritte dall'interno di un sogno.
Il romanzo di Dario Voltolini, Invernale, pubblicato dalla Nave di Teseo, racconta la malattia e la morte di un padre cinquantenne e lo sgomento del figlio. La narrazione parte da una scena concitata: siamo all'interno di un grande mercato torinese e un macellaio esegue movimenti cadenzati di fronte al pubblico dei suoi clienti: a un certo punto qualcosa va storto e il coltello passa dall'animale appeso al dito. In ospedale il dito del macellaio viene poi riattaccato, ma l'uomo fatica a riprendersi e in breve si capisce che qualcosa non va. La diagnosi resta a lungo incerta, poi arriva inesorabile e cominciano cure molto pesanti da fare anche all'estero, aggravando i disagi del malato e della sua famiglia. In queste pagine scritte di getto a quaranta anni dai fatti, Voltolini fa emergere il proprio dolore giovanile di fronte a un evento catastrofico come l’indebolimento e la morte di suo padre: quel dolore assume un valore archetipico, esprimendo la condizione umana in tutta la sua fragilità.
Dario Voltolini (Torino, 1959) è autore di racconti, romanzi, radiodrammi, testi di canzoni e libretti per il teatro musicale. È docente presso la Holden Academy. Cura la collana di narrativa italiana Pennisole per Hopefulmonster editore. Fra i suoi libri: Una intuizione metropolitana (1990), Rincorse (1994), Forme d’onda (1996), 10 (2000), Primaverile (2001). Nel 2003 ha pubblicato I confini di Torino, un ritratto inedito e affascinante della città in cui vive, cui sono seguiti Sotto i cieli d’Italia (2004, con Giulio Mozzi), Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia (2006), Foravìa (2010), Pacific Palisades (2017), Sedici passeggiate con Kuma (2023) e Imaginations (2024, in: Interdisciplinary Understandings of Active Imagination – The Special Legacy of C.G. Jung, a cura di Chiara Tozzi). Ha scritto i libretti per Nicola Campogrande Mosorrofa o dell’ottimismo (1993) e Tempi burrascosi (2008, interpretato da Elio), e il testo della canzone per L’Orage Queste ferite sono verdi (2013, vincitrice della XXIII edizione di Musicultura). Per La nave di Teseo nel 2022 è uscito il romanzo Il Giardino degli Aranci.Scrutando, passo davanti alla soglia della loro camera e mi fermo. Loro due sono seduti sul bordo del letto, sulla sua piazza, quella verso la porta finestra. Una di fianco all'altro, come al cinema. Vedo di scorcio le nuche, perché loro guardano in direzione del pavimento. Vedo le schiene. Questo è un istante che ha una durata. Mi allontano senza fare rumore. Una miscela dal potenziale che non si può nemmeno immaginare, fatta di rabbia e di impotenza e di qualcosa senza nome, prende possesso delle mie cellule. Non imparo più nulla, dimentico il poco che so.