Holly Bourne, Saresti così bella

Holly Bourne, Saresti così bella

Dalla parte delle ragazze

Holly Bourne, Saresti così bella

Questo è il mondo che abbiamo imparato ad accettare come normale. Un mondo dove le ragazze si devono dipingere con il trucco tutto il viso prima di uscire di casa per sembrare solo "normali", non per essere belle. Dove controllano quasi di continuo le facce modificate delle altre sul telefono. Un viso dopo l'altro che le fa sentire brutte e inaccettabili, ma quelli sono visi che non sono reali. Sono volti su cui sono state fatte iniezioni e operazioni, sono stati ricoperti e ben illuminati, e poi ottimizzati e modificati prima di essere pubblicati... Tutto per vincere un gioco in cui le vincitrici sono più deboli, anziché più forti. Per avere il viso migliore, per un breve periodo di tempo, prima che il tempo stesso lo renda sgradevole, non degno di attenzione o di considerazione... e allora si insegue il viso che si aveva una volta. Si insegue, si insegue e si insegue.


Si chiude con la nota "Questa non è una distopia", il romanzo di Holly Bourne, Saresti così bella, tradotto da Sara Saorin per Camelozampa. Bourne racconta il mondo di Belle e Joni in cui ci sono due opzioni, per una ragazza. Quella di Belle che punta a essere una Bella e segue le regole della Dottrina: applicare la Maschera, curare il Look, incassare le attenzioni dei maschi sempre come un complimento. Oppure quella di ribellarsi alle imposizioni, come fa Joni: non truccarsi, non badare al proprio aspetto, cercare il riscatto attraverso lo studio. E diventare una Discutibile. Un romanzo in cui la violenza sessuale è normalizzata e in cui ci si aspetta che le ragazze mantengano standard di bellezza impossibili.
 

Holly Bourne ha esordito come giornalista e trascorso sei anni lavorando come redattrice  e counselor per un’associazione che aiuta ragazze e ragazzi con le loro relazioni e la loro salute mentale. Ispirata da questa esperienza, ha iniziato a scrivere per giovani adulti, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. È autrice anche di romanzi rivolti al pubblico adulto, tra cui Questa sono io (e devi fartene una ragione), Piemme 2019. Alla scrittura affianca l’impegno per i diritti delle donne e per ridurre lo stigma intorno ai problemi di salute mentale. Ha contribuito a creare un’app che promuove l’educazione al consenso sessuale per i giovani, lavora con Women’s Aid per far crescere la consapevolezza rispetto alle relazioni tossiche.

Sara Saorin, laureata alla Scuola Interpreti  e Traduttori di Bologna, è traduttrice e cofondatrice di Camelozampa. Tra le sue traduzioni, hanno ricevuto  il Premio Andersen Zagazoo di Quentin Blake, Ellen e il leone di Crockett Johnson, Unico nel suo genere di Neil Packer.