Michele Ruol, Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia

La morte dei figli

Un romanzo incentrato sul lutto che colpisce una coppia di genitori: i loro due figli muoiono insieme  in un incidente. In Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (Terrarossa edizioni) Michele Ruol parte dagli oggetti: quelli dei due ragazzi, ma anche altri, presenti in casa o fuori casa. Dagli oggetti ai sentimenti che ispirano: Ruol ci mostra Padre e Madre che si aggirano nei luoghi familiari alle prese con il loro dolore. La narrazione procede per frammenti, abbracciando un arco temporale piuttosto vasto: c’è il passato di una famiglia come tante, ci sono i momenti di contrasto tra Madre e Maggiore e Minore che non brillano nello studio, ci sono le cose che Padre fa insieme ai figli, poi c’è il dopo in cui ognuno dei due protagonisti barcolla per conto proprio. Il crollo più duro lo sperimenta Padre, che non riesce più a lavorare e chiude il suo studio. Molto lentamente dove era terra bruciata, qualcosa rinasce: Ruol racconta in modo magistrale anche questo, la capacità di Padre e Madre di trovare insieme un modo di stare al mondo dopo la tragedia che li ha colpiti.

Vivere non è una questione di forza, ma di inerzia.


Michele Ruol, di professione medico anestesista, scrive per il teatro e ha pubblicato racconti sulle riviste letterarie Inutile ed Effe – Periodico di Altre Narratività, oltre che in raccolte a più voci, come L’amore ai tempi dell’apocalisse (Galaad), a cura di Paolo Zardi, e Il Veneto del futuro (Marsilio), a cura di Alessandro Zangrando. Il testo Betulla, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano per il podcast Abbecedario per il mondo nuovo, è stato pubblicato nel libro omonimo edito da Il Saggiatore. Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia è il suo esordio come autore di narrativa.