Alessandro Piperno, Aria di famiglia
Vivere o scrivere?
Nel romanzo Aria di famiglia il professor Sacerdoti, docente di letteratura francese e scrittore, uomo vagamente misantropo e senza figli, diventa padre accidentalmente e involontariamente, costretto suo malgrado a adottare un bambino di otto anni, Noah, suo lontano parente, diventato improvvisamente orfano. Una vicenda che provoca nel protagonista, anche lui orfano da bambino, un sentimento inedito di accudimento. Alessandro Piperno affronta il rischio della retorica annullandolo grazie a un tono tra l’ironico e il sarcastico. È una storia, quella raccontata in Aria di famiglia, in cui la viltà pare essere al centro delle dinamiche che muovono l’esistenza di Sacerdoti, proprio per il gusto dell’autore di esorcizzare le sue paure sottoponendo i personaggi a eventi che teme possano capitare a lui.
Il protagonista è lo stesso che i lettori avevano conosciuto in Di chi è la colpa, pubblicato nel 2021, e che ritroveranno in un romanzo che costituirà la terza parte di una trilogia: Piperno propende infatti per un’idea balzachiana della narrativa, della letteratura che compete con la vita vera.
Il professor Sacerdoti, scrive Alessandro Piperno, è caratterizzato da ‘disimpegno affettivo, perdita di interesse per l’insegnamento, nausea di scrivere’. Eppure, alla fine del romanzo, lo troviamo di nuovo di fronte a una tastiera ‘in bilico tra piacere e disperazione’. Piperno confessa infatti il suo debole per una narrativa che metta in scena la smania dello scrivere ed è del partito di Luigi Pirandello che affermava che ‘la vita la si vive o la si scrive’.
L’intervista ad Alessandro Piperno è stata raccolta alla Casa delle Letterature in occasione di Letterature Festival Internazionale di Roma, Questa è la Storia. Omaggio a Elsa Morante.
Il protagonista è lo stesso che i lettori avevano conosciuto in Di chi è la colpa, pubblicato nel 2021, e che ritroveranno in un romanzo che costituirà la terza parte di una trilogia: Piperno propende infatti per un’idea balzachiana della narrativa, della letteratura che compete con la vita vera.
Il professor Sacerdoti, scrive Alessandro Piperno, è caratterizzato da ‘disimpegno affettivo, perdita di interesse per l’insegnamento, nausea di scrivere’. Eppure, alla fine del romanzo, lo troviamo di nuovo di fronte a una tastiera ‘in bilico tra piacere e disperazione’. Piperno confessa infatti il suo debole per una narrativa che metta in scena la smania dello scrivere ed è del partito di Luigi Pirandello che affermava che ‘la vita la si vive o la si scrive’.
Alessandro Piperno è nato a Roma, dove vive, nel 1972. Insegna letteratura francese all’Università di Tor Vergata ed è curatore della collana I Meridiani. Nel 2005 ha pubblicato per Mondadori Con le peggiori intenzioni, il suo primo romanzo, vincitore del premio Campiello Opera prima. Nel 2010 è uscito Persecuzione (che in Francia è stato finalista ai premi Médicis e Femina e ha vinto il Prix du meilleur livre étranger) e che insieme a Inseparabili (premio Strega 2012) dà vita al dittico dal titolo Il fuoco amico dei ricordi. Nel 2016 è uscito Dove la storia finisce. Nel 2021 pubblica Di chi è la colpa e nel 2024 Aria di famiglia, primi due romanzi di quella che sarà una trilogia con protagonista il professor Sacerdoti. Nel 2022, nel centenario dalla scomparsa dell’autore della Recherche, Alessandro Piperno pubblica Proust senza tempo.Ecco perché alzare lo schermo del computer, aprire un file Word, riempire il silenzio della notte con il ticchettio nervoso e sincopato dei polpastrelli sulla tastiera era un atto di sopravvivenza, una sfida all’ignoto, un argine contro la follia.
Scrivere per far tornare i conti? Che sciocchezza! E allora per quale altro scopo?
L’intervista ad Alessandro Piperno è stata raccolta alla Casa delle Letterature in occasione di Letterature Festival Internazionale di Roma, Questa è la Storia. Omaggio a Elsa Morante.