Martina Faedda, La vita profonda

Sotto lo sguardo maschile

Orfana di madre, la diciottenne Olivia vive con due padri: Gioele che l’ha generata e si preoccupa più della sua forma fisica che del suo benessere mentale e Vittorio, ex compagno della madre, attento e affettuoso. I due uomini si evitano, ma vivono uno accanto all’altro per consentire a lei di frequentare entrambi. Da quando ha otto anni, Olivia si fa dei tagli per allontanare il dolore interiore e trasformalo in qualcosa di più gestibile. A scuola la ragazza conosce Clara e Lele, due gemelli, e si lega a entrambi, godendo della loro amicizia e invidiando la capacità di capirsi e supportarsi. Quando Vittorio si ammala di leucemia fulminante, l’equilibrio già precario di Olivia collassa: il suo pensiero magico le impone di smettere di mangiare pensando che le forze di cui si priva possano aiutare lui a riprendersi. In La vita profonda di Martina Faedda, pubblicato da Nottetempo, seguiamo le dinamiche psicologiche di un’adolescente che scarica sul proprio corpo la difficoltà che prova a stare al mondo. In questa intensa intervista Faedda parla del libro e dei punti di contatto tra la sua esperienza e quella della protagonista. 


Pensò al suo nuovo corpo, in spiaggia, infilato in un costume. Le creste iliache troppo sporgenti che facevano sbocciare due lividi simmetrici, così come le vertebre che punteggiavano la pelle della schiena. Le sue ossa si stavano facendo strada verso il mondo a indicare che era tutto troppo esposto, poco protetto. Eppure lei pensava all’effetto che avrebbe fatto l’assenza di pelle e carne tra le sue ossa e il mondo esterno. Non si sentiva poco protetta. Tutt’altro: avrebbe intimorito gli altri tenendoli tutti a distanza, qualcosa di così piccolo capace di sprigionare tanta potenza.


Martina Faedda è nata a Genova nel 1998 e si è trasferita a Torino nel 2019. Si è laureata in Contemporary Humanities alla Scuola Holden e ha preso un master in Writing & Visual Storytelling allo IAAD. La vita profonda è il suo primo romanzo.