Emilia Zazza, Trotula, medica rivoluzionaria

Magistra e fonte di ispirazione

Prima medica d’Europa, prima ginecologa, prima magistra della Scuola di Salerno: Trotula de Ruggiero vissuta nell’XI secolo è una donna che ha raggiunto traguardi impensabili per la sua epoca. In Trotula, medica rivoluzionaria, pubblicato da Manni, Emilia Zazza ricostruisce l’infanzia spensierata della sua protagonista nel giardino del castello del padre, in compagnia della balia Adalgisa e dell’amica Rosvita. Scioccata dalla morte di parto della sorella maggiore che non riceve cure adeguate, Trotula si dedica allo studio delle erbe e si specializza nei disturbi delle donne. Da ragazza rifiuta un pretendente anche se ne è attratta; quando sposa il medico Giovanni Plateano, con cui ha due figli, non si dedica alla casa ma continua a esercitare il suo lavoro come fa lui. Il titolo di magistra, fortemente voluto per lei dalla principessa Sichelgaita, è il coronamento della sua carriera; alla sua morte, avvenuta nel 1097, una lunga coda di persone le rende omaggio. Scritta in modo accessibile e avvincente la storia di Trotula è uno stimolo per le ragazze di oggi a rompere ogni barriera e a coltivare con entusiasmo i propri interessi.   

Quando noi non ci saremo più potrebbero metterci un momento a togliere alle donne la possibilità di studiare. Vi ricordo che è stato Carlo Magno a concedercela, e abbastanza di recente, e così come ce l’hanno concessa ce la tolgono. Ma se invece resta scritto sui libri della Scuola che c’erano delle mulieres che insegnavano, che avevano accesso alla pratica medica e al titolo di magistra, sarà più difficile mettere in dubbio le nostre capacità e la possibilità di esercitarle.


Emilia Zazza è nata nel 1975, vive a Roma. È specializzata in studi e politiche di genere. Autrice di programmi per la Rai, negli ultimi anni lavora a Quante storie e a Presa diretta di Rai3. Per il festival di scrittrici InQuiete di Roma cura la parte dedicata ai ragazzi e alle ragazze. Ha pubblicato il romanzo Si sta facendo notte (Italic-Pequod, 2011) e diretto il documentario Termini Underground.