Addio a Gianfranco Calligarich
Calligarich mostra che la letteratura non si brucia nel remoto ma si rianima, e riprende vita grazie a una nuova sintassi che inverte il periodare o si spezza con un singhiozzo soffocato, per diventare voce d’autore e di personaggi sempre alla ricerca di remoti paradisi che possano lenire il male di vivere. “Tutto tende al mare”, scriveva Gianfranco Calligarich in chiusura del suo primo romanzo (L’ultima estate in città), anche le razze estinte, ma qualcosa resta e si rigenera, riacquistando la legittimità di esistere. Le vicende dei Crusich e la Storia pubblica che li ha forgiati sono qui a provarlo; e nel romanzo di oggi si raccontano con suoni nuovi, con ritmi che riemergono dal sale di quelle acque anche grazie a uno stile che fa volare questo romanzo in alto, fin sotto la luna che rischiara il buio del mondo - Giovanna Ioli, motivazione del premio Viareggio 2017 per La malinconia dei Crusich