Cinzia Bigliosi, Irène Némirovsky

La scrittrice che visse due volte

Arrestata il 13 luglio 1942 e deportata ad Auschwitz, Irène Némirovsky muore il 19 agosto. Si deve alla figlia Denise Epstein la pubblicazione del suo capolavoro incompiuto, Suite francese, lasciato in una valigia che viene trascinata da Denise e sua sorella Èlisabeth nella loro fuga dai nazisti. In Irène Némirovsky, La scrittrice che visse due volte, pubblicato da Ares, Cinzia Bigliosi parte proprio dal proprio incontro con Denise Epstein, per poi raccontare la storia di questa grandissima scrittrice dalla vita breve e drammatica. Nata a Kiev l’11 febbraio del 1903 con il nome di Irina, Némirovsky vive prima l’esilio in Russia a causa dei pogrom contro gli ebrei, poi quello in Finlandia, e infine approda in Francia. L’infanzia solitaria, tra un padre ossessivamente dedito agli affari e una madre preoccupata solo per la sua bellezza, segnano Irène, che nei suoi libri s'ispira variamente alle figure dei suoi genitori. Il primo successo letterario di Némirovsky è David Golder del 1929, seguito da una serie di romanzi ugualmente apprezzati dal pubblico e dalla critica. Quella di Bigliosi è una ricostruzione molto accurata del percorso artistico e biografico dell'autrice ed è caratterizzata da una grande partecipazione emotiva.

Nelle sue opere i temi che tornano a tormentare i personaggi hanno ricorrenza ossessiva: la negazione delle proprie origini, l'amore e l'odio filiale, l'ereditarietà, l'atavismo, l'affarismo sporco di padri distratti, il terrore dell'invecchiamento e del tempo che passa in particolare per le donne, l'origine inespugnabile, l'arrivismo patetico dove anche il sacrificio si trasforma in una condanna. Su tutto vige costante un marchio personale nato dall'orgogliosa consapevolezza di una originalità del tutto unica, quella che Hannah Arendt definì «predestinazione razziale».

Cinzia Bigliosi ha curato le edizioni delle seguenti opere di Irène Némirovsky: La nemica (astoria, 2013), Suite francese (Feltrinelli, 2014) e la raccolta di inediti Re di un’ora (Ares, 2021); di Élisabeth Gille, figlia minore della scrittrice, Mirador. Irène Némirovsky, mia madre (Fazi, 2011) e Un paesaggio di ceneri (Marsilio, 2014).
 

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