Massimo Cecchini, Anni in testacoda
Le scelte non compiute
Nella raccolta poetica Anni in testacoda (Fallone editore) Massimo Cecchini ripercorre in versi la propria esistenza alla luce delle poche consapevolezze acquisite. Apre il libro l’immagine di un viaggiatore in transito “a cui non spetta più l’orizzonte del locomotore”. Di “ultima corsa” parla anche il testo finale: tutte le poesie sono pervase dal sentimento del tempo passato e da quello del capolinea ormai vicino. Prevale una nostalgia tenue, priva di asprezze. "Ogni età racconta bellezza, ciò che conta è essere capaci di coglierla": questa la conclusione del video in cui Cecchini illustra il suo libro a partire da quattro poesie.
Massimo Cecchini è nato a Teramo nel 1961 e si è laureato in Lettere e Filosofia a Firenze. Dopo aver lavorato a lungo per i La Nazione, Il Centro e l’agenzia Ansa, è stato inviato per La Gazzetta dello Sport. Attualmente collabora con Il Messaggero , il sito cronache letterarie e la newsletter Scomodi Contrasti. È docente di Giornalismo presso l’Università Luiss di Roma e l’Università Marconi. È autore del romanzo Il Bambino (Neri Pozza) e curatore di una nuova collana di narrativa edita da Diarkos.Avviso ai viaggiatori:
sono in transito.
Scarrozzo
col respiro grosso
fino alla coda
degli ultimi vagoni,
nascosto tra coloro
a cui non spetta più
l'orizzonte del locomotore.
Non è un gran male.
Trapassando i vetri
ho visto scolorire il desiderio
e lievitare il sentimento.
Confido adesso nell'ultima stazione
finalmente senza croci addosso.
Dicono ci attenda amore
liberato da aggettivi,
a girotondo.
Dicono sia bello, quasi perfetto.
Attendo diffidente, a volo basso.
Mi basterebbe la certezza
che a terra
sia sciolto dai rimpianti
per il poco fatto bene
e per il troppo irrimediabile.