Teresa Ciabatti, Donnaregina

Come il boss si racconta

In Donnaregina (Mondadori) Teresa Ciabatti racconta di una scrittrice che intervista un superboss della camorra divenuto collaboratore di giustizia, e da qui decide di scrivere un libro su di lui. Da una parte l’autrice cinquantenne, con le sue angosce (la figlia di tredici anni che non vuole più vivere; l’amica che sta morendo), dall’altra Giuseppe Misso, settantasette anni, una gran voglia di raccontarsi e di stringere un legame (tanto da invitare al suo matrimonio l’interlocutrice riluttante). Quello che interessa a Ciabatti è il modo in cui il boss si racconta, la rappresentazione che dà di sé, per esempio come benefattore del rione Sanità, come allevatore di colombi, come figlio affezionato. I "materiali di scarto", gli aneddoti apparentemente insignificanti contribuiscono a questo ritratto esente da ogni giudizio e, come succede per ogni narrazione incisiva, chi scrive esce cambiata dal proprio libro.

Scrivere di Peppe Misso mi sta riportando in un territorio che non è solo giovinezza, è ciò che sono stata - sfrontatezza, furia. L'impresa di narrare la vita del superboss potrebbe farmi riprendere la parte di me a cui ho rinunciato. La creatura mitomane accantonata nel fondo della personalità per lasciare spazio alla donna misurata, la madre che va a colloquio coi professori, la giornalista che si immerge nello studio di documenti, libri - il resto secondario.


Teresa Ciabatti, nata e cresciuta a Orbetello, vive a Roma. I suoi romanzi sono: Adelmo, torna da me (Einaudi Stile Libero), I giorni felici (Mondadori), Il mio paradiso è deserto (Rizzoli), Tuttissanti (Il Saggiatore), Matrigna (Solferino). Con La più amata (Mondadori) è stata finalista al premio Strega nel 2017. Sembrava bellezza è uscito nel 2021. Collabora con il Corriere della Sera, Sette e la Lettura.
 

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