Elvira Mujčić, Un luogo sicuro

Ritorno a Srebrenica

L’11 luglio 1995 è la data del genocidio di Srebrenica. A trenta anni esatti, Elvira Mujčić, autrice nata nella ex Jugoslavia e oggi naturalizzata italiana, presenta allo Stadio Palatino nella serata dell’11 luglio di Letterature Festival Internazionale di Roma 2025, un racconto in cui il protagonista ritorna nella terra da cui è dovuto fuggire bambino, nella speranza di ritrovare una casa, un luogo dove sentirsi al sicuro. Ripescare i ricordi del passato è esercizio per provare a raccontare la storia, per cercare di ricostruire nella mente il momento drammatico della separazione dai genitori, senza riuscire a ricordarlo. E il tornare a casa del protagonista è soprattutto il tentativo di capire come affrontare l’anniversario, “trent’anni che però non sono passati, si sono solo ammucchiati uno sopra l’altro. Vuoti, flosci, miseri”.  
Elvira Mujčić, traduttrice, parla anche del ritorno, del ‘trasloco’ dalla lingua serbo-croata della sua infanzia alla lingua italiana della persona adulta.

L’intervista è stata raccolta in occasione di Letterature Festival Internazionale di Roma 2025
 

Io non volevo cancellare la memoria dei morti, volevo far ricominciare il tempo dei vivi.


Elvira Mujčič è nata nel 1980 in Jugoslavia, emigrata in Italia durante la guerra in Bosnia Erzegovina, oggi è naturalizzata italiana. Laureata in lingue e letterature straniere è scrittrice e traduttrice. Tra le opere: Al di là del caos (2007), E se Fuad avesse avuto la dinamite? (2009), La lingua di Ana (2012), Dieci prugne ai fascisti (2016), Consigli per essere un bravo immigrato (2019), Da grande voglio imitare Giano, apparso nella rivista “Sotto il Vulcano” (2022) e La buona condotta (2023). È traduttrice di autori e autrici della ex-Jugoslavia. Per Rai Radio3 conduce Pagina3 Internazionale.