Georgi Gospodinov, Il giardiniere e la morte

Un figlio amorevole racconta gli ultimi momenti del genitore e un padre alla fine della vita che si prende cura di un giardino, un luogo di cui va fiero e che parla attraverso di lui “e le sue parole erano mele, ciliegie, grossi pomodori rossi”, un luogo che resiste al di là del tempo, perché fiori e frutti, come le storie, sopravvivono alla morte di chi se ne è preso cura. “Questo non è un libro sulla morte ma sulla malinconia per la vita che se ne va” scrive Georgi Gospodinov ai suoi lettori, e infatti è la malinconia, più che il dolore, il sentimento centrale di questo libro, tradotto da Giuseppe Dall’Agata (che firma anche una preziosa postilla) e pubblicato da Voland. Scrive ancora Gospodinov “La morte è un ciliegio che matura senza di te”: la malinconia di chi sta per lasciare questo mondo è la malinconia del futuro. Un romanzo difficile da definire, anche per l’autore, forse è proprio come un giardino che custodisce una grande varietà di piante. È anche un romanzo sul tempo, Il giardiniere e la morte, sui ricordi, sui racconti di un padre-Sherazade e sulla speranza che la scrittura, come un amuleto, possa alleviare il dolore.

Traduzione di Irina Stoilova
 

Mio padre era giardiniere ora è giardino.

Georgi Gospodinov, nato a Jambol nel 1968, è uno scrittore bulgaro, amatissimo dalla critica e dai lettori. Tra le sue opere, pubblicate da Voland, Romanzo naturale, Fisica della malinconia (finalista al premio Gregor Von Rezzori e al Premio Strega Europeo), Cronorifugio (premio Strega Europeo 2021, International Booker Prize 2023), Il giardiniere e la morte.