Paolo Nori, Caracalla
Tornare a Parma
Con il suo stile inconfondibile, ironico e poetico al tempo stesso, Paolo Nori racconta nell’inedito Caracalla la sua idea di ‘ritorno’. Parte dalla frase di Pavese che dice ‘un paese ci vuole non fosse per il gusto di andarsene via, un paese vuol dire non essere soli’ per arrivare a dirci il suo amore per Parma, da cui sembra che tutto parta e tutto torni.
L’intervista è stata raccolta in occasione di Letterature Festival internazionale di Roma 2025
L’intervista è stata raccolta in occasione di Letterature Festival internazionale di Roma 2025
Paolo Nori, nato a Parma nel 1963, è autore di romanzi e saggi, tra i quali Bassotuba non c’è (1999), Si chiama Francesca, questo romanzo (2002), Noi la farem vendetta (2006), I malcontenti (2010), I russi sono matti (2019), Che dispiacere (2020), Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor Dostoevskji (2021) e Vi avverto che vivo per l’ultima volta. Noi e Anna Achmatova (2023). Nel 2025 è finalista al premio Strega con Chiudo la porta e urlo, romanzo sulle tracce del poeta Raffaello Baldini. Laureato in letteratura russa, ha tradotto e curato opere, tra gli altri, di Puškin, Gogol’, Lermontov, Turgenev, Tolstoj, Čechov, Dostoevskij, Bulgakov, Chlebnikov, Charms.Io, a pensarci, la mia lingua, il pozzo delle mie emozioni io l’ho scavato a Parma, e quando devo lavorare con loro, con le mie emozioni, devo usare le parole che ho sepolto a Parma, devo tornare a Parma e buttare giù il secchio in quel pozzo lì che ho scavato a Parma non posso fare altrimenti.