Salvatore Falzone, Il sale dei morti
L'omicidio del poeta giardiniere
Ernesto Vassallo, il protagonista di Il sale dei morti di Salvatore Falzone (Neri Pozza), è un ortopedico siciliano che da Milano decide di rientrare nel paese d’origine per assistere lo zio che lo ha allevato. Il libro si apre in una miniera abbandonata in cui Ernesto gioca a rincorrersi con la sua amante Klara; il posto sembrava deserto ma c’era un uomo che li ha visti. Ernesto lo rincontra presto: è Youssef, fa il giardiniere e scrive poesie, viene dal Marocco ed è ospite del centro immigrati presso cui il medico fa il volontario. Tra i due, accomunati dall'interesse per le piante, si stringe un legame ma, pochi giorni dopo che si sono conosciuti, Youssef viene trovato morto. Il libro segue da una parte le indagini che Ernesto conduce su questo omicidio, dall’altra la sua scelta di accettare la candidatura a sindaco propostagli dal giovane direttore del giornale locale. Pian piano, Ernesto scopre la rete di malaffare che si nasconde dietro il progetto di bonifica della miniera, ritenuta da alcuni una discarica di rifiuti tossici. Scopre anche che la morte dei suoi genitori quando aveva sedici anni potrebbe non essere stata un incidente. Falzone immerge il suo personaggio in una nebbia di ricordi e rimpianti e insieme lo dota di una capacità di leggere il presente che gli rende impossibile accettare compromessi. Una storia a forte valenza simbolica in cui i paesaggi naturali hanno la stessa consistenza dei personaggi.
Salvatore Falzone è nato nel 1984 a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, dove vive ed esercita la professione di avvocato. È autore del noir Piccola Atene (Barion-Mursia), finalista al Premio Sciascia 2014. Giornalista pubblicista, collabora con il quotidiano la Repubblica. Ha scritto, tra le altre, le biografie romanzate Fuga verso la croce. La missione di Francesco Spoto in Congo (San Paolo), Toniolo senza baffi. Una biografia del maestro dei cattolici italiani (Ecra) e Un eroe da dimenticare. Attorno al mistero di Antonio Canepa (Rubbettino).Quanto tempo era passato dal pomeriggio in cui aveva visto Youssef zampettare lì intorno? Di nuovo, come quella volta, sentì una calma profonda e irraggiungibile, come qualcosa di mai posseduto e nello stesso tempo di perduto per sempre. Ma si erano poi conosciuti davvero con Youssef? Era mai esistito un poeta-giardiniere di nome Youssef? Chi era Youssef? Era tutto ciò che Ernesto non era, che non era riuscito a essere, che non sarebbe mai riuscito a diventare? Era un sogno? Un desiderio? Un'allucinazione? Un'illusione? Era la grande illusione della vita?