Paolo Di Stefano, Una giornata meravigliosa

Lo spettacolo della gente

Per il suo romanzo Una giornata meravigliosa, pubblicato da Feltrinelli, Paolo Di Stefano ha scelto in esergo varie citazioni, tra cui una di Charles Bukowski: “la gente è il più bello spettacolo del mondo. E non si paga nemmeno il biglietto”. E di gente varia parla questo libro che, dalle sette di mattina di un fine settembre fino alla nove di sera, è tutto un pullulare di chiacchiere e azioni. Di Stefano segue il dipanarsi della giornata di Katerina, che l’ex compagno vuole aggredire; di Tagùt, senegalese guercio con l’ambizione di salvare il mondo; di Pino Resta, ricercatore depresso, alle prese con una vincita al superenalotto; di uno studente dai capelli rossi che si avvia a un appuntamento sessuale; di un operaio innamorato che perde la vita sul posto di lavoro, di una ragazza anoressica e di suo padre; di due coniugi davanti alla televisione e, tra tutti questi e vari altri, si ritaglia un ruolo autobiografico perché c’è anche un giornalista che, a colloquio con un’artista, parla di questioni che prescindono dalla quotidianità. Intorno ai personaggi si leva il rumore di fondo dei notiziari, della pubblicità, dei social media, di piattaforme varie: il rumore del mondo, fatto per lo più di sciocchezze volte a distrarci da ciò che è veramente importante. Sulla scia dell'Ulisse di Joyce, ma anche dei libri di Ernaux e Cusk, oltre che di quelli di Faulkner e Gadda, Una giornata meravigliosa è una riflessione in forma di romanzo sul nostro tempo e sul tempo in generale.

Non ne posso più, pensa il passante ubiquo, infastidito dallo spettacolo umano di gente fluida, gassosa, collosa, torbida, solida, mobile, vaporosa, acquosa, trasparente, immobile. Chi si lamenta, chi si agita, chi gorgoglia, chi impreca, chi bombarda, chi continua a tossire, chi minaccia, chi crepa sotto le macerie, chi cammina senza sapere dove andare, chi rutta, chi scivola, chi esplode fuggendo, chi medita vendette, chi le realizza con coltelli e forbici, chi sorveglia i cadaveri, chi li seziona, chi tiene la pistola nel cassetto, chi gioca d'azzardo, chi perde sangue dalle orecchie, chi sputa catarro, chi vomita nei sotterranei, chi piscia negli angoli, chi disquisisce sulle pesche, chi parla con i gatti, chi non parla con nessuno, chi piange nel buio, chi chiacchiera di matite e pennelli, chi fissa il video bianco. Inutilità e squallore, pensa il visitatore ubiquo, osservando quel fluire umano.

Paolo Di Stefano, nato ad Avola (Siracusa) nel 1956, giornalista e scrittore, già responsabile della pagina culturale del Corriere della Sera, dove attualmente è inviato speciale, ha lavorato anche per la Repubblica e per la casa editrice Einaudi come editor. Ha insegnato Cultura giornalistica alla facoltà di Lettere dell’Università Statale di Milano. Tra le sue opere: la raccolta di poesie Minuti contati (Scheiwiller, 1990), l’intervista con Giulio Einaudi, Tutti i nostri mercoledì (Casagrande, 2001), il romanzo Nel cuore che ti cerca (Rizzoli, 2008), La catastròfa (Sellerio, 2011, premio Volponi), sulla tragedia di Marcinelle; Giallo d'Avola (Sellerio, 2013), Ogni altra vita (il Saggiatore, 2015), I pesci devono nuotare (Rizzoli, 2016), La parrucchiera di Pizzuto (con il nome di Nino Motta, Bompiani, 2017),