Maria Grazia Calandrone, Dimmi che sei stata felice
Tre donne nel turbine della Storia
Si apre nel luglio del 1943, il giorno del bombardamento di San Lorenzo a Roma il romanzo di Maria Grazia Calandrone, Dimmi che sei stata felice, pubblicato da Einaudi. Quel giorno muoiono millecinquecento persone e Calandrone immagina che tra loro ci siano anche due bambini, Franco e Tommaso. La madre Lidia, che era uscita di casa, al suo ritorno trova macerie fumanti e la superstite figlia Angelica, ma da quel momento non riesce più a volerle bene, preda com’è di un dolore lancinante. Angelica studia dalle suore, diventa infermiera, conosce Nicola, uno studente impegnato in politica, concepisce con lui Aurora, ma non glielo dice perché non vuole frenare la voglia del ragazzo di conoscere il mondo. Il racconto della vite di Lidia, Angelica e Aurora procede di pari passo con quello degli eventi che segnano l’Italia dagli anni sessanta a oggi: dalla strategia della tensione al rapimento di Moro fino al fenomeno della mafia a Ostia. Aurora, che rompe con la madre, quando scopre che le ha nascosto chi era suo padre, sposa Sandro e ha una figlia Astra. Quando si trasferisce a Ostia con il marito conosce Viola: tra le due donne si sviluppa un legame molto forte, ma anche molto contrastato. Con un linguaggio che mescola prosa, poesia e dialetto, Calandrone scava nel Novecento e ne estrae delle potenti figure femminili.
Maria Grazia Calandrone è poetessa e scrittrice. Collabora con la Rai come conduttrice e autrice. Tra i suoi libri in prosa, Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021, nella dozzina del Premio Strega), Dove non mi hai portata (Einaudi 2022 e 2025, nella cinquina del Premio Strega e vincitore del Premio Vittorini, Premio Sila, Premio Pozzale Luigi Russo, Premio giuria popolare Clara Sereni e Premio giuria popolare Asti d'Appello), Magnifico e tremendo stava l'amore (Einaudi 2024, Premio Scrivere per amore) e Dimmi che sei stata felice (Einaudi 2025).
Ogni episodio raccontato
è un’estrazione di radici morte dalla terra, un
tendine sfilato da una guaina lasca,
con quel succhio di torba che si richiude
in sé, dopo il prelievo
di porzioni di tempo, ore
o giorni, passati
senza dolore
dalla vita di uno
alla vita dell'altro
che ascolta, perché la vera morte sta nel non potere più
comprendere.
Maria Grazia Calandrone è poetessa e scrittrice. Collabora con la Rai come conduttrice e autrice. Tra i suoi libri in prosa, Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021, nella dozzina del Premio Strega), Dove non mi hai portata (Einaudi 2022 e 2025, nella cinquina del Premio Strega e vincitore del Premio Vittorini, Premio Sila, Premio Pozzale Luigi Russo, Premio giuria popolare Clara Sereni e Premio giuria popolare Asti d'Appello), Magnifico e tremendo stava l'amore (Einaudi 2024, Premio Scrivere per amore) e Dimmi che sei stata felice (Einaudi 2025).