A Palazzo Firenze la parola scolpita di Pericle Fazzini
Società Dante Alighieri
03 Dic 2024 > 03 Dic 2024
Il sasso nel fiume. A Palazzo Firenze la parola scolpita di Pericle Fazzini
Il 3 dicembre 2024 la presentazione della raccolta di scritti dell’artista marchigiano, definito da Ungaretti lo “scultore del vento”. Il volume è a cura di Giulio Ferroni.
Verrà presentato il 3 dicembre alle ore 17.30 a Palazzo Firenze, sede a Roma della Società Dante Alighieri (Piazza di Firenze n. 27), il volume Pericle Fazzini. Il Sasso nel fiume (De Luca Editori d’Arte, 2024), raccolta di scritti editi e inediti dello scultore marchigiano Pericle Fazzini (1913-1987). Oltre al curatore del libro e storico della letteratura italiana Giulio Ferroni, interverranno Alessandro Masi, Segretario generale della Società Dante Alighieri, e le storiche dell’arte Roberta Serra e Chiara Barbato, che hanno contribuito alla realizzazione della pubblicazione.
Il volume, frutto di un paziente lavoro di ricerca e di spoglio dei testi autografi, riunisce memorie, appunti, bozze di articoli e annotazioni poetiche, tratti dai preziosi taccuini dell'artista conservati nel fondo documentario dell’Archivio Storico Pericle Fazzini di Grottammare (AP). A ciò si aggiunge la ricca corrispondenza tra l’artista ed eminenti figure del panorama culturale del Novecento, attestata dalle lettere di pittori e scultori della Scuola romana, dalle tracce degli scambi intercorsi con autori quali Giuseppe Ungaretti - cui si deve la definizione di Fazzini come “scultore del vento” - o con i grandi nomi della storia italiana e internazionale, tra cui Cipriano Efisio Oppo, Marguerite Caetani e Jacqueline Kennedy. Particolare rilievo è dato alle lettere dei familiari e dei personaggi tutelari che hanno sostenuto Fazzini nel corso della sua intensa carriera, quali il poeta Mario Rivosecchi e lo scrittore Romeo Lucchese.
Introdotti da un testo critico di Alessandro Masi, gli scritti ripercorrono tutto l’itinerario fazziniano e ne riflettono l’originale poetica: dai primi anni di laboriosa formazione presso la bottega di ebanisteria del padre Vittorio a Grottammare, al suo approdo nella capitale, ai grandi successi che hanno consacrato lo scultore in Italia e all'estero, culminando nell’esecuzione della celebre Resurrezione del Vaticano (1970-1975), opera monumentale voluta dal papa Paolo VI per la Sala delle udienze progettata da Pier Luigi Nervi. La pubblicazione è infine arricchita da numerosi documenti fotografici provenienti dall'Archivio Fazzini, che contribuiscono a fare del volume uno straordinario compendio grafico alla produzione letteraria dell’artista.
Pericle Fazzini nasce nel 1913 a Grottammare dove è iniziato alla scultura nella bottega del padre ebanista. Nel 1930, a Roma intraprende la carriera artistica, frequentando la Scuola libera del nudo. Si inserisce nei circuiti culturali della città, costeggiando gli ambienti della Scuola romana. Vince il Pensionato artistico nazionale nel 1932 e l’anno successivo espone alla Galleria Sabatello con l’amico Alberto Ziveri. In questo periodo si apre per Fazzini la stagione prolifica del ritratto ligneo. Seguono anni puntellati di successi, tra cui l’acquisizione del Ritratto di Anita da parte del museo Jeu de Paume di Parigi e la vittoria di un “premio aggiunto” per le opere Danza e Tempesta alla Quadriennale di Roma del 1935. La perdita della borsa per il Pensionato segna una fase di difficoltà economiche e personali, che si conclude con la presentazione del gruppo Momenti di solitudine alla Biennale di Venezia del 1938. Tra le opere più toccanti di questo momento è anche il Ritratto di Ungaretti del 1936. Nel periodo bellico si concentra sulla produzione di bronzetti raffiguranti danzatrici, animali, acrobati e di opere sul tema della guerra, come il Fucilato, esposto alla Quadriennale di Roma del 1951-1952. Nella prima metà degli anni Quaranta realizza il legno Ragazzo con i gabbiani, un’opera iconica, tra le più alte testimonianze della scultura del XX secolo. Dopo aver fondato con altri amici e colleghi l’Art Club, Fazzini aderisce brevemente all’esperienza del Fronte Nuovo delle Arti. Negli anni Cinquanta la sua attività espositiva si estende all’estero e nel 1951 gli viene dedicata una vasta retrospettiva a Roma. Nel 1954 riceve il primo premio per la scultura alla Biennale di Venezia. Alla metà dei Sessanta nascono le prime intuizioni plastiche del suo capolavoro: la Resurrezione della Sala Nervi in Vaticano, commissionata da Paolo VI all’indomani del Concilio Vaticano II. Provato dalla malattia, l’artista continua a lavorare, dedicandosi alla creazione di pastelli e di piccoli bronzi. Muore a Roma nel 1987. Le sue sculture trovano oggi spazio in importanti collezioni private e pubbliche, come il Moma di New York, la GNAM di Roma, la Guggenheim Collection di Venezia, il Centre Pompidou di Parigi e il MOMAT di Tokyo.