Divine Echoes
Abel Ferrara e Gabriele Tinti a Sant'Andrea de Scaphis
28 Set 2024 > 28 Set 2024
Il giorno 28 Settembre alle ore 18:00, la Galleria Sant’Andrea de Scaphis ospiterà il reading di Abel Ferrara delle poesie di Gabriele Tinti con l’obiettivo di approfondire la conoscenza della Chiesa che la ospita, luogo di culto cattolico sconsacrato di Roma. Il visitatore medio passa soltanto dai quindici ai trenta secondi di fronte ad un’opera d’arte e pochissimo tempo all’interno di luoghi di culto.
Questo progetto rappresenta un’occasione unica per entrare in una differente relazione e conoscenza con le opere d’arte e di architettura e la loro storia attraverso la poesia.
Abel Ferrara realizzerà una pop-up performance nei termini di un reading poetico, una “confessione”, una tormentata preghiera che intende contribuire a rinnovare il dialogo tra arte e fede proprio dell’oratorio. Il progetto ha l'obiettivo di far risuonare questo spazio con una lettura ispirata alla carica spirituale dell’edificio, ai santi e martiri cristiani, alle reliquie qui conservate e ai dipinti che un tempo ornavano l’altare. L’area dove sorge l’oratorio è stata inoltre il luogo frequentato maggiormente da San Francesco che qui risiedeva e operava durante le sue visite al Papa. Francesco - primo Alter Christus (S. Bonaventura), novus evangelista (Tommaso da Celano) - nell’accettazione totale della sofferenza, ricevette, poco prima di morire, nel “crudo sasso” della Verna, l’impressione delle stigmate sanguinanti divenendo in tutto conformis ei esse deberet in afflictionibus et doloribus Passionis (S. Bonaventura, Legenda Major, cap. XIII, 2, 616), conforme nelle sofferenze e nei dolori della Passione. Il santo è per Tinti l’eroe, l’uomo che si addestra al disprezzo della propria vita affinché solo il velo della carne lo separi (…) dalla visione di Dio (Tommaso da Celano). Francesco sarà quindi evocato nel reading con una rilettura della sua figura da parte Gabriele Tinti. Il Francesco di Tinti è quello di Tommaso da Celano più che di Bonaventura, quello degli Spirituali piuttosto che dei Conventuali, colui che ardeva di un intrattenibile desiderio di martirio (Tommaso da Celano), che per tanta compassione per l’uomo fu interamente configuratus mortis Christi Jesu, configurato alla morte di Cristo. È figura complessa e misteriosa da Tinti vista attraverso gli occhi di Jacopone da Todi, di quel poeta che agisce in un mondo che considera desolato, brutale, vanitas vanitatum da restituire con un lirismo violento, con una poesia dal ritmo frammentato e irregolare delle battute dei penitenti che è danza sine musica. L’iniziativa rientra nella serie di scrittura ecfrastica che è il frutto del culto delle immagini dello scrittore e poeta Gabriele Tinti, recentemente celebrato dal Times e dal Guardian, che da anni compone poesie ispirate alle opere d’arte e ai luoghi del mito. Le letture hanno l’obiettivo di riattivare l’aura dell’arte del passato attraverso la composizione poetica e l’interpretazione, in questo caso, di una personalità importante fortemente legata a Roma e ai suoi miti com’è Abel Ferrara.
Questo progetto rappresenta un’occasione unica per entrare in una differente relazione e conoscenza con le opere d’arte e di architettura e la loro storia attraverso la poesia.
Abel Ferrara realizzerà una pop-up performance nei termini di un reading poetico, una “confessione”, una tormentata preghiera che intende contribuire a rinnovare il dialogo tra arte e fede proprio dell’oratorio. Il progetto ha l'obiettivo di far risuonare questo spazio con una lettura ispirata alla carica spirituale dell’edificio, ai santi e martiri cristiani, alle reliquie qui conservate e ai dipinti che un tempo ornavano l’altare. L’area dove sorge l’oratorio è stata inoltre il luogo frequentato maggiormente da San Francesco che qui risiedeva e operava durante le sue visite al Papa. Francesco - primo Alter Christus (S. Bonaventura), novus evangelista (Tommaso da Celano) - nell’accettazione totale della sofferenza, ricevette, poco prima di morire, nel “crudo sasso” della Verna, l’impressione delle stigmate sanguinanti divenendo in tutto conformis ei esse deberet in afflictionibus et doloribus Passionis (S. Bonaventura, Legenda Major, cap. XIII, 2, 616), conforme nelle sofferenze e nei dolori della Passione. Il santo è per Tinti l’eroe, l’uomo che si addestra al disprezzo della propria vita affinché solo il velo della carne lo separi (…) dalla visione di Dio (Tommaso da Celano). Francesco sarà quindi evocato nel reading con una rilettura della sua figura da parte Gabriele Tinti. Il Francesco di Tinti è quello di Tommaso da Celano più che di Bonaventura, quello degli Spirituali piuttosto che dei Conventuali, colui che ardeva di un intrattenibile desiderio di martirio (Tommaso da Celano), che per tanta compassione per l’uomo fu interamente configuratus mortis Christi Jesu, configurato alla morte di Cristo. È figura complessa e misteriosa da Tinti vista attraverso gli occhi di Jacopone da Todi, di quel poeta che agisce in un mondo che considera desolato, brutale, vanitas vanitatum da restituire con un lirismo violento, con una poesia dal ritmo frammentato e irregolare delle battute dei penitenti che è danza sine musica. L’iniziativa rientra nella serie di scrittura ecfrastica che è il frutto del culto delle immagini dello scrittore e poeta Gabriele Tinti, recentemente celebrato dal Times e dal Guardian, che da anni compone poesie ispirate alle opere d’arte e ai luoghi del mito. Le letture hanno l’obiettivo di riattivare l’aura dell’arte del passato attraverso la composizione poetica e l’interpretazione, in questo caso, di una personalità importante fortemente legata a Roma e ai suoi miti com’è Abel Ferrara.