Gabriele Tinti a Palazzo Altemps/ Primo 'poeta residente' del Museo
Con Abel Ferrara
26 Giu 2024 > 26 Giu 2024
Il 26 giugno giugno, alle ore 17:00, il Museo Nazionale Romano ospiterà Embracing the Ruins, un ‘tour poetico’ delle maggiori opere di Palazzo Altemps attraverso le letture di Abel Ferrara e un talk di Gabriele Tinti.
L’iniziativa rientra nel progetto di poeta residente in via di definizione che avrà l’obiettivo di approfondire la conoscenza della collezione del Museo Nazionale Romano attraverso la creazione di una serie di contenuti audio, video, testuali con l’intento di coinvolgere il pubblico ad interagire in una modalità differente con le opere.
L’evento è parte della serie di letture dal vivo frutto del culto delle immagini di Tinti che da anni compone poesie ispirate alle opere d’arte. Serie inaugurata più di dieci anni fa proprio nelle sedi del Museo Nazionale Romano e poi portata in alcuni dei maggiori Musei al mondo come, tra gli altri, il Metropolitan Museum of Art di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles e il British Museum di Londra. Il progetto ha l’obiettivo di riattivare l’aura dell’arte del passato attraverso la composizione poetica e la lettura di personalità importanti che hanno accompagnato e accompagneranno Tinti nel suo viaggio nella collezione del Museo. Il visitatore medio passa soltanto dai quindici ai trenta secondi di fronte ad un’opera d’arte. Questo progetto rappresenta un’occasione unica per entrare in una differente relazione e conoscenza con le opere d’arte del passato.
La serie di scrittura ecfrastica, incluse le poesie ispirate alle opere del Museo Nazionale Romano, è stata raccolta in un volume - “Rovine” - da Eris Press (Londra/New York) e Libri Scheiwiller/ 24 Ore Cultura (Milano). La collezione epigrafica del Museo è stata di ispirazione per il volume “Sanguinamenti” edito da La Nave di Teseo (Milano). L’evento è promosso dal Museo Nazionale Romano con il patrocinio di Treccani, e la partnership dell’InterContinental Rome Ambasciatori Palace.
Palazzo Altemps
Dimora aristocratica dove già nel Cinquecento trovava posto – in una magnifica scenografia architettonica – una ricca collezione di scultura antica, Palazzo Altemps è la sede del Museo Nazionale Romano dedicata alla storia del collezionismo. Situato a pochi passi da Piazza Navona, in prossimità della riva sinistra del Tevere, in Campo Marzio, il primo nucleo del palazzo fu edificato nel XV secolo per volontà di Girolamo Riario, signore di Imola, nipote di papa Sisto IV. Passato in altra proprietà, nel 1568 l’edificio fu acquistato dal cardinale Marco Sittico Altemps, di origine austriaca, nipote di papa Pio IV. Il cardinale vi stabilì la propria residenza che, ampliata e impreziosita di decorazioni pittoriche, fu resa degna di rango col sistemarvi – secondo il gusto dell’epoca – la magnifica collezione di antichità e la preziosa raccolta libraria. Vi dimorarono a lungo gli Altemps, fino alla metà dell’Ottocento quando, per il caso di vedovanze e innamoramenti, la proprietà passò in eredità a Giulio Hardouin, padre della duchessina Maria che nel 1883 sposò nella chiesa di S. Aniceto a Palazzo Altemps Gabriele D’Annunzio. Alla fine del secolo il fabbricato fu venduto alla Santa Sede che lo destinò al Pontificio Collegio Spagnolo. Nel 1982 il primo atto dell’acquisizione di Palazzo Altemps da parte dello Stato italiano; un lungo e rigoroso restauro trova coronamento nel grande successo dell’apertura del museo al pubblico nel dicembre 1997. Il completamento dell’acquisizione (2006) e degli interventi di restauro permette di presentare oggi ai visitatori l’edificio nell’intero. Il Museo di Palazzo Altemps ospita capolavori assoluti di scultura antica appartenenti a collezioni nobiliari famose e di grande pregio pervenute in proprietà statale. L’allestimento punta a integrare – in una combinazione armonica – i marmi nel contesto decorativo delle sale, avendo in mente e riproponendo soluzioni adottate nella sistemazione delle raccolte antiquarie. Il percorso di visita, su due piani, svela una successione di sale decorate, un intrico di scale e corridoi che conducono di scoperta in scoperta. Alle statue e ai rilievi delle collezioni Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago, alle sculture Jandolo, Veneziani, Brancaccio, alla raccolta egizia, ai celebri affreschi Pallavicini Rospigliosi, alle opere provenienti da rinvenimenti eccezionali e recuperate dal mercato antiquario, si affianca l’innumerabile raccolta archeologica di Evan Gorga, eccentrico collezionista d’inizio Novecento. Con un interessante cambio di passo, si trascorre tra le raccolte cinquecentesche e seicentesche per ritrovarsi tra i materiali minuti che testimoniano il collezionismo di archeologia dell’epoca moderna.
L’iniziativa rientra nel progetto di poeta residente in via di definizione che avrà l’obiettivo di approfondire la conoscenza della collezione del Museo Nazionale Romano attraverso la creazione di una serie di contenuti audio, video, testuali con l’intento di coinvolgere il pubblico ad interagire in una modalità differente con le opere.
L’evento è parte della serie di letture dal vivo frutto del culto delle immagini di Tinti che da anni compone poesie ispirate alle opere d’arte. Serie inaugurata più di dieci anni fa proprio nelle sedi del Museo Nazionale Romano e poi portata in alcuni dei maggiori Musei al mondo come, tra gli altri, il Metropolitan Museum of Art di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles e il British Museum di Londra. Il progetto ha l’obiettivo di riattivare l’aura dell’arte del passato attraverso la composizione poetica e la lettura di personalità importanti che hanno accompagnato e accompagneranno Tinti nel suo viaggio nella collezione del Museo. Il visitatore medio passa soltanto dai quindici ai trenta secondi di fronte ad un’opera d’arte. Questo progetto rappresenta un’occasione unica per entrare in una differente relazione e conoscenza con le opere d’arte del passato.
La serie di scrittura ecfrastica, incluse le poesie ispirate alle opere del Museo Nazionale Romano, è stata raccolta in un volume - “Rovine” - da Eris Press (Londra/New York) e Libri Scheiwiller/ 24 Ore Cultura (Milano). La collezione epigrafica del Museo è stata di ispirazione per il volume “Sanguinamenti” edito da La Nave di Teseo (Milano). L’evento è promosso dal Museo Nazionale Romano con il patrocinio di Treccani, e la partnership dell’InterContinental Rome Ambasciatori Palace.
Palazzo Altemps
Dimora aristocratica dove già nel Cinquecento trovava posto – in una magnifica scenografia architettonica – una ricca collezione di scultura antica, Palazzo Altemps è la sede del Museo Nazionale Romano dedicata alla storia del collezionismo. Situato a pochi passi da Piazza Navona, in prossimità della riva sinistra del Tevere, in Campo Marzio, il primo nucleo del palazzo fu edificato nel XV secolo per volontà di Girolamo Riario, signore di Imola, nipote di papa Sisto IV. Passato in altra proprietà, nel 1568 l’edificio fu acquistato dal cardinale Marco Sittico Altemps, di origine austriaca, nipote di papa Pio IV. Il cardinale vi stabilì la propria residenza che, ampliata e impreziosita di decorazioni pittoriche, fu resa degna di rango col sistemarvi – secondo il gusto dell’epoca – la magnifica collezione di antichità e la preziosa raccolta libraria. Vi dimorarono a lungo gli Altemps, fino alla metà dell’Ottocento quando, per il caso di vedovanze e innamoramenti, la proprietà passò in eredità a Giulio Hardouin, padre della duchessina Maria che nel 1883 sposò nella chiesa di S. Aniceto a Palazzo Altemps Gabriele D’Annunzio. Alla fine del secolo il fabbricato fu venduto alla Santa Sede che lo destinò al Pontificio Collegio Spagnolo. Nel 1982 il primo atto dell’acquisizione di Palazzo Altemps da parte dello Stato italiano; un lungo e rigoroso restauro trova coronamento nel grande successo dell’apertura del museo al pubblico nel dicembre 1997. Il completamento dell’acquisizione (2006) e degli interventi di restauro permette di presentare oggi ai visitatori l’edificio nell’intero. Il Museo di Palazzo Altemps ospita capolavori assoluti di scultura antica appartenenti a collezioni nobiliari famose e di grande pregio pervenute in proprietà statale. L’allestimento punta a integrare – in una combinazione armonica – i marmi nel contesto decorativo delle sale, avendo in mente e riproponendo soluzioni adottate nella sistemazione delle raccolte antiquarie. Il percorso di visita, su due piani, svela una successione di sale decorate, un intrico di scale e corridoi che conducono di scoperta in scoperta. Alle statue e ai rilievi delle collezioni Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago, alle sculture Jandolo, Veneziani, Brancaccio, alla raccolta egizia, ai celebri affreschi Pallavicini Rospigliosi, alle opere provenienti da rinvenimenti eccezionali e recuperate dal mercato antiquario, si affianca l’innumerabile raccolta archeologica di Evan Gorga, eccentrico collezionista d’inizio Novecento. Con un interessante cambio di passo, si trascorre tra le raccolte cinquecentesche e seicentesche per ritrovarsi tra i materiali minuti che testimoniano il collezionismo di archeologia dell’epoca moderna.