Le parole di Hurbinek 2024

Le parole di Hurbinek 2024

Pistoia, II edizione

20 Gen 2024 > 28 Gen 2024
Le parole di Hurbinek 2024
Da sabato 20 a domenica 28 gennaio, torna a Pistoia, al Funaro, al Piccolo Teatro Bolognini, a Palazzo de’ Rossi, alla Biblioteca San Giorgio e nelle scuole della città Le parole di Hurbinek, alla sua seconda edizione, un progetto ideato e curato da Massimo Bucciantini per Uniser, realizzato in collaborazione con ATP Teatri di Pistoia, con il sostegno di Fondazione Caript, e, dal 2024, con la compartecipazione del Comune di Pistoia, il patrocinio della Provincia di Pistoia e della Regione Toscana. Si estende la rete a supporto di questo percorso culturale che mette l’accento sul rischio che le commemorazioni corrono di perdere voce trasformando la Giornata della memoria, il 27 gennaio, in sette giornate di ricerca e riflessione attraverso la scuola, il teatro e le lezioni civili e quasi tre mesi di laboratori scolastici. L’idea è quella di fermarsi a riflettere sulla complessità storica, sul rapporto problematico tra passato e presente e tra storia e memoria, mettendo da parte i pregiudizi, convinti che la logica del “minuto di silenzio” sia rispettabile ma non più sufficiente. Senza dimenticare che il 27 gennaio è una data simbolica, che ricorda a tutti quanto l’Europa nasca dal rifiuto del nazismo e del fascismo, dell’antisemitismo e del razzismo.

La parola chiave del 2024, quella che idealmente la rassegna fa pronunciare a Hurbinek, bambino simbolo della Shoah, nato e morto a circa tre anni ad Auschwitz, che voce non ha mai avuto, è “Ghetto”: una parola quasi tabù, che queste giornate intendono analizzare in tutte le pieghe e conseguenze cui porta, anche e soprattutto nella contemporaneità. Le cronache attuali di guerra ci trasmettono un senso di impotenza, ma al tempo stesso reclamano analisi approfondite: il bisogno di ascoltare una pluralità di punti di vista per evitare usi strumentali della storia, convinti come siamo che il mondo non sia fatto di tifoserie contrapposte. La necessità di parlare con la città, soprattutto con le giovani generazioni, di una parola-mondo come Ghetto consente di conoscere la genesi di uno spazio nato per dividere e discriminare, ieri come oggi. Questo è il senso della seconda edizione de Le parole di Hurbinek.

Partendo proprio dai laboratori scolastici, due sono le proposte in corso dallo scorso novembre: Pedagogia scherzosa, a cura di Giovanni Guerrieri/I Sacchi di Sabbia e Rodolfo Sacchettini, per l’Istituto professionale De Franceschi-Pacinotti di Pistoia e Ghetti. Le prigioni della mente, a cura di Ciro Masella e Roberto Seghi Rospigliosi, per l’Istituto tecnico Aldo Capitini di Agliana.

Il 20 gennaio, alle 20.45, al Saloncino della Musica di Palazzo de’ Rossi, l’anteprima della rassegna: va in scena Ghetto Music, Da Venezia al Bronx, attraverso Fez e Johannesburg, con Francesco Martinelli, storico della musica, e con Gabriele Coen (clarinetto e sax), Alessandro Gwis (pianoforte e tastiere), Riccardo Gola (contrabbasso), un racconto musicale per risalire la storia e la geografia di una parola. Il 23 gennaio, alle 16.30, alla Biblioteca San Giorgio, si terrà la restituzione pubblica del laboratorio scolastico condotto nel corso della prima edizione, con presentazione dei testi radiofonici di Walter Benjamin e Janusz Korczak realizzati dagli studenti dell’Istituto Marchi-Forti di Pescia e del De Franceschi-Pacinotti di Pistoia: Illuminismo per ragazze e ragazzi, un podcast a cura di Giovanni Guerrieri/I Sacchi di Sabbia e Rodolfo Sacchettini. Il 24 gennaio due lezioni civili: alle ore 10.00, al  Piccolo Teatro Bolognini, Carlo Greppi, storico e scrittore, incontrerà le scuole pistoiesi sulle vite di quattro testimoni che convergono nella trama inquietante dell’età dei muri, da Varsavia a Berlino, dal Mar dei Caraibi alle spiagge della Normandia, dalla Palestina alla Corea, per finire al confine tra Messico e Stati Uniti e nella “fortezza Europa”; alle ore 17.00, a Palazzo de’ Rossi Ivano Dionigi, latinista e professore emerito dell’Università di Bologna, curerà un incontro per esplorare gli abissi contemporanei della parola, quello che il lessico non sa più dire o le persone non sanno più ascoltare. Il 25 gennaio, alle 17.00 a Palazzo de’ Rossi  l’atteso incontro con Daniel B. Schwartz intorno al suo ultimo libro, appena tradotto in italiano: Ghetto. Storia di un parola (Hoepli 2024). Il volume, a firma del noto storico della George Washington University, arriverà in libreria il 17 gennaio e per la sua prima presentazione italiana interverranno, con l’autore, Adriano Prosperi (Scuola Normale Superiore di Pisa), Simon Levis Sullam (Università Ca’ Foscari, Venezia), Massimo Bucciantini e Francesco Martinelli. Alle 20.45, sempre  a Palazzo de’ Rossi andrà in scena Fabrizio Paterlini, interprete e compositore di fama internazionale. L’artista ha realizzato un brano originale per Le parole di Hurbinek che verrà presentato insieme a un repertorio per piano solo. Il 26 gennaio si parte alle ore 17.00 a Palazzo de’ Rossi con Valentina Pisanty, docente di Semiotica all’Università di Bergamo, che introdurrà al pubblico una lezione civile dal titolo Di chi è la memoria? 
La sera, alle 20.45 al Funaro, la Compagnia Teatrale Enzo Moscato presenterà la mise en espace Kinder Traum Seminar, “un’evocazione, poetica, simbolica, immaginaria, elusiva, ellittica” dedicata alla memoria collettiva dell’Olocausto. Chiudono questo calendario due appuntamenti speciali. La lettura scenica del 27 gennaio, ore 20.45, al Piccolo Teatro Bolognini, con Sonia Bergamasco e Elisabetta Rasy, Su Etty Hillesum – Memorie di un cuore pensante, creazione originale per Hurbinek 2024 e quindi in debutto a Pistoia, è tratta dal volume di Rasy dedicato a Hillesum, una donna scomparsa poco prima di compiere trent’anni ad Auschwitz, che con il suo diario ci ha lasciato una straordinaria testimonianza, sinonimo di resistenza spirituale di fronte al Male. Il 28 gennaio, alle 17.00, al Funaro, chiude questo viaggio di memorie collettive che attraversano e dissolvono confini e muri il concerto della band di Damir Imamović, una delle voci più interessanti della sevdalinka, la canzone urbana bosniaca fortemente legata a Sarajevo.

Programma completo:le-parole-di-hurbinek