La bugia e come l'abbiamo raccontata
Esordio al graphic novel per l'artista Tommi Parrish
Dopo aver pubblicato fumetti brevi per prestigiose riviste come il New Yorker e aver esposto le proprie opere nelle gallerie di diversi paesi, Tommi Parrish esordisce al graphic novel con La bugia e come l’abbiamo raccontata, romanzo a fumetti incentrato sulla difficoltà di costruire la propria identità in totale sincerità con se stessi, pubblicato in Italia da Diabolo edizioni nella traduzione di Matteo Gaspari.
Due vecchi amici si incontrano per caso, lui sta facendo la spesa nel supermercato in cui lei lavora come cassiera. Questo incontro è l’occasione non solo per un amarcord e un bilancio esistenziale tra i due personaggi, ma anche e soprattutto un ottimo espediente narrativo per l’autrice per mettere in scena le piccole e grandi bugie di chi, pure cercando di essere sincero con se stesso e con gli altri, vive sulla propria pelle ogni giorno e negli anni la difficoltà di conoscersi e definirsi, anche nel contesto di una bella amicizia. Lo sviluppo della vicenda si alterna con la storia di un altro personaggio, raccontato in un libro ritrovato per caso, una sorta di diario.
Quello che Parrish sembra dirci tra le righe di una storia che si guarda bene dall’emettere sentenze o dispensare ricette per vivere meglio, è che fingere di essere qualcuno che non siamo per quieto vivere, per compiacere le aspettative del mondo, o per paura di scoprire chi siamo, è un tradimento di se stessi, quindi tanto vale accettare l’incertezza, la fatica e l’ebbrezza quotidiana di improvvisare ogni attimo, perdonandoci per quelle piccole grandi bugie che finiamo inevitabilmente per raccontarci nel tentativo istintivo (ma destinato al fallimento) di fare ordine nel caos dell’esistenza.
La confusione esistenziale è resa perfettamente anche delle illustrazioni: un insieme di colori pastosi e uno stile apparentemente poco elaborato fanno da contraltare al cinismo e al disincanto che emergono dal testo, e sembrano quasi rassicurare sulla bellezza della spontaneità e dell’autenticità sempre e comunque, anche nell’ambiguità, nell’errore, nell’imbarazzo, e perfino nel dolore. Parrish ha dichiarato che disegna in questo modo perché sente “sbagliato ogni altro modo di farlo”.
La bugia e come l’abbiamo raccontata è già stato tradotto in 5 lingue, ha vinto il Lambda Literary Award 2019 come miglior graphic novel LGBTQ e ha ottenuto 4 nomination agli Ignatz Awards 2018: Miglior Artista, Miglior Graphic Novel, Miglior Sceneggiatura e Talento Emergente.
Per gentile concessione dell’editore Diabolo edizioni pubblichiamo in questa gallery alcune immagini interne al volume.
Tommi Parrish (Melbourne, 1989), scrive e disegna ma spazia anche nella pittura e nella scultura, sue opere sono state esposte in numerose gallerie tra Australia, Argentina, New York e Montreal. Il suo debutto nel graphic novel, La bugia e come l’abbiamo raccontata è stato tradotto in cinque lingue. Parrish ha pubblicato racconti a fumetti su riviste come “The New Yorker”, “Granta”, “The Believer”. Nel 2020 ha vinto la CSS Cartooning Fellowship nel Vermont.
Due vecchi amici si incontrano per caso, lui sta facendo la spesa nel supermercato in cui lei lavora come cassiera. Questo incontro è l’occasione non solo per un amarcord e un bilancio esistenziale tra i due personaggi, ma anche e soprattutto un ottimo espediente narrativo per l’autrice per mettere in scena le piccole e grandi bugie di chi, pure cercando di essere sincero con se stesso e con gli altri, vive sulla propria pelle ogni giorno e negli anni la difficoltà di conoscersi e definirsi, anche nel contesto di una bella amicizia. Lo sviluppo della vicenda si alterna con la storia di un altro personaggio, raccontato in un libro ritrovato per caso, una sorta di diario.
Qualche ora prima era venuto a prendermi per cena. Lo osservavo aspettare rigido al centro della stanza che raccogliessi le mie cose. ‘Non sentirti in imbarazzo’, mi dice dopo un silenzio prolungato. E io, per un lungo momento, non capisco cosa intenda – Tommi Parrish, La bugia e come l’abbiamo raccontata
Quello che Parrish sembra dirci tra le righe di una storia che si guarda bene dall’emettere sentenze o dispensare ricette per vivere meglio, è che fingere di essere qualcuno che non siamo per quieto vivere, per compiacere le aspettative del mondo, o per paura di scoprire chi siamo, è un tradimento di se stessi, quindi tanto vale accettare l’incertezza, la fatica e l’ebbrezza quotidiana di improvvisare ogni attimo, perdonandoci per quelle piccole grandi bugie che finiamo inevitabilmente per raccontarci nel tentativo istintivo (ma destinato al fallimento) di fare ordine nel caos dell’esistenza.
All’improvviso capisco cosa sta facendo: cerca di convincermi che è ancora vivo – Tommi Parrish, La bugia e come l’abbiamo raccontata
La confusione esistenziale è resa perfettamente anche delle illustrazioni: un insieme di colori pastosi e uno stile apparentemente poco elaborato fanno da contraltare al cinismo e al disincanto che emergono dal testo, e sembrano quasi rassicurare sulla bellezza della spontaneità e dell’autenticità sempre e comunque, anche nell’ambiguità, nell’errore, nell’imbarazzo, e perfino nel dolore. Parrish ha dichiarato che disegna in questo modo perché sente “sbagliato ogni altro modo di farlo”.
La bugia e come l’abbiamo raccontata è già stato tradotto in 5 lingue, ha vinto il Lambda Literary Award 2019 come miglior graphic novel LGBTQ e ha ottenuto 4 nomination agli Ignatz Awards 2018: Miglior Artista, Miglior Graphic Novel, Miglior Sceneggiatura e Talento Emergente.
Per gentile concessione dell’editore Diabolo edizioni pubblichiamo in questa gallery alcune immagini interne al volume.
Tommi Parrish (Melbourne, 1989), scrive e disegna ma spazia anche nella pittura e nella scultura, sue opere sono state esposte in numerose gallerie tra Australia, Argentina, New York e Montreal. Il suo debutto nel graphic novel, La bugia e come l’abbiamo raccontata è stato tradotto in cinque lingue. Parrish ha pubblicato racconti a fumetti su riviste come “The New Yorker”, “Granta”, “The Believer”. Nel 2020 ha vinto la CSS Cartooning Fellowship nel Vermont.