Dima Slobodeniouk. Fagerlund – Sibelius – Prokof'ev

Sergej Krilov violino

Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Concerto registrato il 18 ottobre 2013

Sebastian Fagerlund (1972) Isola, per orchestra (2007) I. Introduzione. Agitato e violento - Largamente espressivo [attacca] II. Agitato capriccioso 

Jean Sibelius (1865 - 1957) Concerto in re minore op. 47 per violino e orchestra (1902/04) Allegro moderato Adagio di molto Allegro ma non tanto 

Sergej Prokof'ev (1891 - 1953) Sinfonia n. 7 in do diesis minore op. 131 (1952) Moderato – Meno mosso (poco) – Tempo I Allegretto – Allegro – Più mosso – Poco più espressivo – Tempo I – Allegro – Meno allegro – Più animato Andante espressivo Vivace – Poco meno – Moderato marcato – Tempo I – Più lento – Vivace I 


Quando iniziò a comporre il Concerto per violino, nel 1902, Sibelius usciva da una grave crisi personale, della quale parlò con molta franchezza in alcune lettere: soffriva di una congenita forma di insicurezza, che lo aveva portato quasi all’alcolismo; a questi problemi si aggiunsero quelli economici: al discreto successo in Finlandia e all’estero non erano corrisposti grandi proventi, e anche i diritti di un’opera poi divenuta celeberrima come la Valse triste furono ceduti per pochi denari. Sibelius riuscì comunque a costruirsi una casa in campagna, lontano dalla vita a volte un po’ eccessiva che conduceva a Helsinki, e vi si trasferì alla ricerca di tranquillità, silenzio e concentrazione. Proprio qui maturò un’evoluzione artistica profonda: depurò il suo linguaggio della retorica e dei manierismi sentimentali, conquistò essenzialità, controllo e una certa nobiltà d’espressione, pur mantenendosi ben distante dalla crisi del linguaggio musicale che stava nascendo in Europa, e restando sostanzialmente allineato alla tradizione tardoromantica. Ma la sua radicale insicurezza non gli risparmiò timori e paure anche in questa fase di positiva crescita.
La parte interiore di me è cambiata. Lo constato con una strana sensazione di tristezza e timore. Spero solo di non diventare freddo e insensibile, perché allora non riuscirei più a essere felice.

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