Discovering David Bowie

Discovering David Bowie

La vita e la carriera di una delle figure più iconiche del nostro tempo

Discovering David Bowie
Cantautore, polistrumentista, attore e compositore, David Bowie ha fatto la storia della musica rock reinventando continuamente il suo stile e la sua immagine e lasciando un segno indelebile, fonte d'ispirazione per molti artisti. È diventato Ziggy Stardust, Aladdin Sane, poi il longilineo Duca Bianco, cambiando faccia e cambiando costumi, circondandosi di mostri spaventosi e fini sperimentatori, vendendo e scioccando il mondo, volando alto da utopie acustiche a disincanti elettronici, inafferrabile ed indefinibile.

Era nato a Brixton l’8 gennaio del 1947, il suo vero nome era David Jones. Lo cambia a inizio carriera, appena diciannovenne, per evitare confronti con l'omonimo leader dei Monkees, si appropria del cognome del pioniere americano James Bowie, famoso anche per aver dato il nome all’omonimo coltello.

Nato sotto la stella del rock di Elvis, il suo viaggio artistico ha toccato le più alte vette del glam rock, fino ad approdare negli anni '80 alla musica elettronica alla maniera dei Kraftwerk. È passato attraverso 4 decenni di carriera lasciando un solco indelebile nella storia della musica contemporanea, dalle opere rock dei primi anni Settanta agli album in studio dedicati alla sperimentazione. È volato dal timbro rock puro alla new age dei primi anni Ottanta.

Con lui hanno collaborato pressoché tutti i grandissimi: da Mick Jagger a Tina Turner, da Freddy Mercury a Brian Eno. Lo hanno accompagnato chitarristi di altissimo profilo, primi tra tutti Mick Ronson, Peter Frampton e Stevie Ray Vaughan. 

È stato attore e pittore. Due volte padre (di Duncan, affermato regista, e di Lexie, appena maggiorenne), due volte marito (di Angela e della modella Iman).

Il suo ultimo album Blackstar (il 25esimo, lo stesso Bowie lo indica così in una lettera scritta a Brian Eno prima di morire) esce l'8 gennaio 2016, nel giorno del suo compleanno. Due giorni dopo, nella notte tra il 10 e l'11 gennaio, muore in una località non nota ma presumibilmente in una clinica oncologica di New York. 

Il produttore del disco Tony Visconti dirà durante un'intervista concessa ad RS America:

Ha sempre fatto quello che voleva. Voleva farlo a modo suo e voleva farlo al meglio. La sua morte non è stata diversa dalla sua vita: un'opera d'arte.