James Conlon. Johannes Brahms
Sinfonia n. 3 – Sinfonia n. 1
Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Stagione sinfonica 2017 – 2018
Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90
Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in do minore op. 68
Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90
Una sinfonia «troppo celebre»
Nell’estate del 1883 Brahms aveva da poco compiuto cinquant’anni. Il suo catalogo si era appena arricchito di un’opera di ampio respiro come il Concerto per pianoforte op. 83. Nessuno si sarebbe aspettato un altro lavoro di grandi proporzioni. Forse lo stesso Brahms non aveva fatto alcun progetto in tal senso; eppure, non appena giunse a Wiesbaden, in Renania, si sentì subito avvolto da un’atmosfera rigenerante. Il paesaggio attorno alla cittadina era incantevole, la compagnia della cantante Hermine Spies particolarmente gradita, e anche l’appartamento affittato per i mesi estivi aveva qualcosa di profondamente poetico:
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Stagione sinfonica 2017 – 2018
Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90
Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in do minore op. 68
Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90
Una sinfonia «troppo celebre»
Nell’estate del 1883 Brahms aveva da poco compiuto cinquant’anni. Il suo catalogo si era appena arricchito di un’opera di ampio respiro come il Concerto per pianoforte op. 83. Nessuno si sarebbe aspettato un altro lavoro di grandi proporzioni. Forse lo stesso Brahms non aveva fatto alcun progetto in tal senso; eppure, non appena giunse a Wiesbaden, in Renania, si sentì subito avvolto da un’atmosfera rigenerante. Il paesaggio attorno alla cittadina era incantevole, la compagnia della cantante Hermine Spies particolarmente gradita, e anche l’appartamento affittato per i mesi estivi aveva qualcosa di profondamente poetico:
Strano che Brahms citasse Wagner, proprio l’autore che il mondo musicale coevo aveva voluto confinare in un emisfero opposto al suo. Ma quell’estate fu per molti versi anomala: niente montagna e una frequentazione di amicizie che rompeva l’isolamento a cui il compositore amava dedicarsi durante quel periodo dell’anno.Mi sono insediato in un posto incredibile. Si potrebbe pensare che abbia ereditato i gusti di Wagner, se si venisse a sapere che lo studio che occupo era l’atelier di un pittore. Un ambiente decisamente singolare, altissimo, fresco, luminoso.