John Axelrod. Liszt – Kodály – Brahms
Valentina Lisitsa pianoforte
Auditorium RAI "Arturo Toscanini" di Torino
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Concerto registrato il 10 aprile 2014
Franz Liszt - Fantasia su melodie popolari ungheresi, per pianoforte e orchestra
Franz Liszt - Totentanz, parafrasi sul "Dies Irae" per pianoforte e orchestra
Zoltán Kodály - Danze di Galantha
Johannes Brahms - Danza ungherese n. 1, 2, 7, 6, 5
Franz Liszt
Fantasia su temi popolari ungheresi, per pianoforte e orchestra
L'influenza della musica di tradizione popolare ungherese nella parabola compositiva di Franz Liszt costituisce un'esperienza importante e denota il forte attaccamento del compositore alla sua terra d'origine. Pur avendo attinto al folklore di tanti paesi, Liszt mantiene comunque un rapporto preferenziale con l'esperienza musicale della sua nazione dove, nell’estate del 1846 torna trionfalmente accolto come “il più grande degli ungheresi”. In un’epoca di nascente interesse per le musiche nazionali Liszt si accosta a questo patrimonio non con l'occhio del moderno scienziato naturalista (come farà invece qualche anno dopo Béla Bartók), ma con lo spirito dell'artista romantico, attratto dagli aspetti più appariscenti e pittoreschi del repertorio nazionale. Per questo si entusiasma di fronte al patrimonio ricchissimo del popolo nomade zingaro, finendo per identificare la musica tzigana con la musica ungherese: “Ho passato delle ore ad ascoltare le migliori orchestre tzigane che suonano con una animazione indescrivibile. La musica aveva la furia degli elementi scatenati, i suoni e i tuoni precipitavano come frane fragorose di pietre e di detriti”.
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Concerto registrato il 10 aprile 2014
Franz Liszt - Fantasia su melodie popolari ungheresi, per pianoforte e orchestra
Franz Liszt - Totentanz, parafrasi sul "Dies Irae" per pianoforte e orchestra
Zoltán Kodály - Danze di Galantha
Johannes Brahms - Danza ungherese n. 1, 2, 7, 6, 5
Franz Liszt
Fantasia su temi popolari ungheresi, per pianoforte e orchestra
L'influenza della musica di tradizione popolare ungherese nella parabola compositiva di Franz Liszt costituisce un'esperienza importante e denota il forte attaccamento del compositore alla sua terra d'origine. Pur avendo attinto al folklore di tanti paesi, Liszt mantiene comunque un rapporto preferenziale con l'esperienza musicale della sua nazione dove, nell’estate del 1846 torna trionfalmente accolto come “il più grande degli ungheresi”. In un’epoca di nascente interesse per le musiche nazionali Liszt si accosta a questo patrimonio non con l'occhio del moderno scienziato naturalista (come farà invece qualche anno dopo Béla Bartók), ma con lo spirito dell'artista romantico, attratto dagli aspetti più appariscenti e pittoreschi del repertorio nazionale. Per questo si entusiasma di fronte al patrimonio ricchissimo del popolo nomade zingaro, finendo per identificare la musica tzigana con la musica ungherese: “Ho passato delle ore ad ascoltare le migliori orchestre tzigane che suonano con una animazione indescrivibile. La musica aveva la furia degli elementi scatenati, i suoni e i tuoni precipitavano come frane fragorose di pietre e di detriti”.