Il Minotauro di Silvia Colasanti

Opera in dieci quadri su libretto di Giorgio Ferrara e René de Ceccatty

L’opera che ha aperto la 61esima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto è stata commissionata per l’occasione alla compositrice romana Silvia Colasanti.

La storia è ricavata da una ballata di Friedrich Dürrenmatt, ove questo personaggio mitologico viene rappresentato non come un mostro terrificante ma come un essere che ha conservato la sua metà umana.

Il mito del mostro si trasforma così, in quest’opera, nel dramma di un essere umano che ha a che fare con sé stesso e con le infinte immagini di sé riflesse negli specchi del labirinto di cui sono fatte le scene ideate da Giorgio Ferrara, questa volta anche scenografo oltre che regista. 

Al Minotauro si contrappone l’uomo come reale carnefice capace d’inganno e falsa amicizia, qui rappresentato da Teseo e Arianna. Si tratta, in fin dei conti, di una storia di emarginazione, dove il “cattivo” è chi si considera “normale” e il carnefice diventa vittima (un po’ come il Peter Grimes di Britten).
Ai tre protagonisti vocali dell’opera si aggiunge il Coro degli Uccelli che commenta l´azione, come una sorta di moderno coro greco e una piccola orchestra incastona le linee vocali dei protagonisti. 
Sul podio Jonathan Webb con il baritono Gianluca Margheri nel ruolo dell’essere mitologico. Il soprano Benedetta Torre presta la voce ad Arianna e il tenore Matteo Falcier veste i panni di Teseo. 
La regia televisiva è di Barbara Napolitano.